Parte da questa filosofia l'obiettivo di alzare il benessere dei capi per ridurre, e quando possibile eliminare, l'uso di questi farmaci per preservare la salute pubblica. L'operazione coinvolge 1600 allevamenti, gli stessi da cui
provengono le filiere di carne a marchio Coop interessate da un processo che andrà avanti passo passo.
Si parte da maggio. Già il 100% dei polli “Fior fiore" a marchio Coop sono senza antibiotici, entro maggio il 50% gli altri polli, a giugno quelli da rosticceria, a giugno il 10% delle uova (da 1,3 milioni di galline allevate senza uso di antibiotici). E poi il vitellone, il vitello e i suini.
«Generando un'azione virtuosa sugli allevamenti si arriva a prodotti migliori sullo scaffale e quindi al consumatore -
spiega Marco Pedroni, presidente Coop Italia - un impegno imponente che oltre al pollame coinvolgerà le filiere bovine e suine». Decisioni prese a seguito dell'allarme lanciato dall'Organizzazione mondiale della sanità: a causa dell'antibiotico-resistenza le previsioni stimano un aumento della mortalità nel mondo, dalle attuali 700.000 a 10milioni di persone nel 2050.
Da gennaio 2017, inoltre, Coop ha chiesto ai propri fornitori di installare delle telecamere negli allevamenti e nei macelli, prassi già comune all'estero
«E' un progetto virtuoso che deve diventare contagioso, per questo invitiamo altre realtà a fare anche di più, se possibile - ha commentato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina - Il tema del benessere animale sarà sempre più fondamentale anche in relazione al cittadino-consumatore. Quindi, che si aprano progetti forti in ambito nazionale come ha fatto Coop è molto rilevante».
© RIPRODUZIONE RISERVATA