Regno Unito, “no” delle star agli antibiotici negli allevamenti di maiali: possono sviluppare superbatteri resistenti ai farmaci

Regno Unito, “no” delle star agli antibiotici negli allevamenti di maiali: possono sviluppare superbatteri resistenti ai farmaci
di Antonio Bonanata
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Giovedì 12 Maggio 2016, 14:27 - Ultimo aggiornamento: 15 Novembre, 15:45

Farms not Factories, ovvero “Fattorie, non fabbriche”: con questo slogan è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione per le condizioni in cui vivono i maiali negli allevamenti del Regno Unito. Ma non si tratta di semplici attenzioni animaliste, avvertite solo da una sparuta minoranza, poiché dal benessere dei suini potrebbe dipendere anche la salute dell’uomo. Indeboliti ed esposti a infezioni e malattie, sottoposti a pesanti cure di antibiotici – a volte solo per poter restare vivi – i maiali rischiano di indebolire, attraverso il consumo di carne, anche il nostro sistema immunitario.
 



L’allarme viene lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità, che da tempo ha messo sotto la lente di ingrandimento il rapporto tra uso degli antibiotici nei suini e indebolimento del sistema immunitario nell’uomo. La resistenza agli antibiotici sviluppata nei maiali potrebbe infatti irrobustire i batteri che abitano il corpo umano, il quale non riuscirebbe più a contrastare con efficacia le aggressioni degli agenti patogeni.
Il 45 per cento di tutti gli antibiotici usati nel Regno Unito viene somministrato agli animali e la maggior parte di essi riguarda i maiali da allevamento. Le loro pessime condizioni di vita e gli alti tassi di infezione non trovano, quindi, altro rimedio che il trattamento antibiotico. I suini restano pigiati per ore gli uni accanto agli altri e questo facilita la trasmissione di infezioni attraverso le ferite; hanno poi un sistema immunitario debole, dato che vengono strappati dalle mammelle della madre quando sono ancora piccoli: in questo modo non ricevono un’adeguata alimentazione e, di conseguenza, non sviluppano un apparato di contrasto alle infezioni sufficientemente resistente. Qualche passo avanti però è già stato compiuto: a marzo la Commissione europea ha votato una bozza di programma per limitare l’uso di farmaci nelle fattorie da allevamento.

La campagna ha ricevuto l’adesione di molte personalità del mondo dello spettacolo e della moda, tra cui gli attori Jeremy Irons e Rupert Everett e la stilista Vivienne Westwood. Li si vede tutti in un video, ripresi mentre osservano le immagini degli allevamenti di suini, reagendo con sdegno e, in alcuni casi, anche con le lacrime. Commenta un portavoce della campagna: «In queste fattorie stipano i maiali in condizioni così orrende che spesso essi hanno bisogno di dosi di antibiotici per sopravvivere, sviluppando dei “superbatteri” che possono provocare malattie difficili da trattare, proprio perché resistenti ai normali antibiotici usati nelle infezioni che colpiscono l’uomo». Aggiunge Tracy Worcester, fondatrice di Farms not Factories: «Il nostro messaggio è semplice: vogliamo contribuire a porre fine a questo sistema inumano e pericoloso, incoraggiando il pubblico a comprare carne di maiale proveniente da fattorie con alti standard di qualità».

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