Certamente non sarà lui “Capitan Futuro”. Nonostante nei 4 anni trascorsi nella Motor Valley abbia fatto veramente cose egregie, il TP Frédéric Vasseur ha scelto proprio Carlos Sainz, in accordo con i vertici dell’azienda, per lasciare la Ferrari all’Imperatore britannico Lewis Hamilton. Il prossimo anno il 7 volte campione del mondo e pilota più vincente di tutti i tempi approderà a Maranello e Carlos dovrà togliere le tende. Un annuncio che avrebbe piegato chiunque. Oppure spinto a fare le barricate in casa. Niente di tutto questo. Il figlio d’arte di Madrid, oltre a pilotare magnificamente, è uno dei ragazzi più pacati e riflessivi del paddock. Potrebbe anche assumere un ruolo strategico per quanto bene conosce l’aria che tira nel Circus.
Per accogliere Lewis qualcuno si doveva sacrificare e Carlos ha capito le motivazioni di Fred considerandole soltanto delle «decisioni di lavoro» che non hanno influito neanche marginalmente sul rapporto personale fra i due. Per comprendere un atteggiamento apparentemente non facile da metabolizzare bisogna fare un giretto nella mente di Carlos. Junior è il figlio di Carlos Sainz senior, un signore che venerdì prossimo festeggerà 62 anni e lo scorso gennaio ha dominato la Dakar con un’astronave Audi a trazione elettrica. Junior è cresciuto a pane e controsterzi, sempre seguito da vicino da papà che gli ha svelato tutti i segreti più reconditi del motosport. Con il tempo si è trasformato in consigliere ed amico del celebre papà che ascolta sempre i consigli del figlio. Insomma, non è proprio una persona qualunque.
Messa da parte la sorpresa che poi tanto inattesa non era, in Carlos è scattato un piano dove nulla è lasciato al caso, tutto strategicamente programmato per trasformare un problema in opportunità. Correre per il Cavallino è sempre un privilegio, non si può sprecare una stagione nel cuore della carriera sull’altare della delusione. E poi vincere per la Ferrari vale sempre di più che in qualsiasi altra Scuderia.
Poi Carlos si è trovato in mano una carta formidabile per un driver licenziato: mettersi in mostra con la Rossa per essere il driver più appetibile sul mercato e poter scegliere dove andare, magari anche in Red Bull o Mercedes. Meglio di così. Sainz è partito ad Abu Dhabi psicologicamente in forma e non si è fatto abbattere a Jeddah neanche dall’appendicite che lo ha costretto a saltare la gara. Ma, ironia della sorte, ha trovato per strada un altro alleato: la SF-24, un bolide molto più docile e veloce della monoposto precedente. Charles è talento e istinto, riesce a fare la pole position anche con una vettura bizzosa. Con un Cavallino domato, invece, Carlos ha lasciato libero il Lauda che è in lui, sorprendendo tutti per quanto riesce ad essere lucido e consistente. Un approccio spiazzante anche per il principino che si è trovato sempre in inferiorità tecnica quando si sono incrociati in pista e Vasseur non ha certo interferito. Anzi spesso ha favorito l’esule semplicemente perché era messo meglio.
Che non sia un fulmine a ciel sereno, ma si tratti di un trend, sono i risultati a confermarlo. Sainz ha soli 4 punti meno di Leclerc pur avendo fatto una gara in meno. Nelle 3 corse fatte insieme lo spagnolo ha chiuso sempre davanti e nelle ultime due è partito davanti: uno smacco difficile da digerire. Con la Rossa progredita nei mesi invernali come nessun’altra, bisogna lavorare molto di fino con i Pirelli e Carlos appare più in palla. I pneumatici vanno “accesi” nel momento topico delle qualifiche e Carlos c’è riuscito meglio. Poi, stando davanti, ha avuto sempre le strategie migliori, non essendo sacrificato per marcare i rivali. Un compito finito al predestinato che non si lamenta ma nemmeno sorride.