Dopo aver dimostrato che il Papillomavirus può essere presente nel liquido seminale e laterare la fertilità, il team ha esaminato il cavo orale dei componenti di coppie con infezione a livello genitale, che riferivano questa pratica sessuale.
«In queste coppie c'è un elevato rischio di infezione da Hpv del cavo orale (30% contro il 4% dei controlli) quindi un elevato rischio di tumore orofaringeo> spiega Foresta anticipando i temi dell'VIII convegno di medicina di Lecce “La lunga storia della longevità, la prevenzione e la salute».
Le manifestazioni cliniche delle infezioni da Papillomavirus nel maschio finora erano considerati i condilomi, le verruche e i rari casi di tumore al pene. «In realtà il virus sembra giocare anche un importante ruolo nel ridurre la fertilità». I ricercatori del servizio per la patologia della riproduzione umana dell'azienda ospedaliera universitaria di Padova nell'ultimo anno hanno individuato la presenza dell'Hpv a livello degli sprmatozoi nel 20% di 300 pazienti infertili. Gli spermatozoi infettati dal virus perdono le capacità funzionali e quindi riducono la possibilità di fecondare l'ovocita. Gli studi eseguiti dal gruppo padovano hanno dimostrato che frequentemente, quando l'Hpv è presente nel liquido seminale, il paziente produce anticorpi contro il virus che possono mimare la presenza di un'infertilità da anticorpo anti-spermatozoo.
«Questi risultati confrmano la necesità - sostiene Foresta - di considerare la vaccinazione per l'Hpv anche nel giovane maschio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA