Sezze, la ragazza colpita per sbaglio: «Gli ha puntato la pistola in faccia, ma lui l’ha spostata mentre sparava»

Le parole della giovane ferita a Sezze: ero in videochiamata con la mamma quando quell’uomo ha esploso il colpo

L’ospedale Santa Maria Goretti dove il farmaco è stato consegnato
di Fabrizio Scarfò
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Lunedì 29 Aprile 2024, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 13:43

«Ero in videochiamata con mamma quando quell'uomo ha sparato. Ho sentito dolore al piede e ho lasciato cadere a terra il cellulare, mentre lei continuava a chiamarmi dall’altra parte del telefono». Martina, la ragazza colpita per sbaglio da un proiettile sabato sera a Sezze, parla che dal letto di ospedale del reparto di ortopedia del Goretti racconta quanto le è accaduto la notte prima. «Ero a Sezze per trascorrere il fine settimana con il mio fidanzato Gabriele, che abita qui» racconta la ragazza, studentessa ventenne di Roma, dove vive con sua mamma. «Sapevamo che alcune persone si erano picchiate poco distante dal bar dove ci trovavamo noi, ma non avevamo capito bene il perché. Era una cosa tra di loro, in un’altra via. Si erano lanciati bottiglie e pietre, ma poi si erano allontanati tutti».

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Il racconto della vittima

Sembrava finita lì.

Invece, «circa quaranta minuti più tardi io e il mio fidanzato ci stavamo alzando per uscire e andare via. Siamo usciti e il mio ragazzo ha visto arrivare un tizio e mi ha detto torniamo dentro». Ma il locale stava ormai chiudendo e «ci hanno chiesto di uscire, dato che era orario di chiusura».

È lì che sul marciapiede i due ragazzi incrociano l’uomo, è uno di quelli che hanno partecipato alla rissa. «Credo che stesse cercando qualcuno, probabilmente uno di quelli coinvolti nella rissa. Ha fermato un tizio, hanno iniziato a parlare, poi, all’improvviso, ha tirato fuori una pistola. Quando quell’uomo si è visto l’arma puntata contro, l’ha spostata con la mano, ma quello ha sparato ed è partito il colpo, che però ha preso me, mentre ero in videochiamata con mia mamma».

 

Martina non si fa prendere dall’emozione. «Ho avuto paura, ho sentito dolore al piede e ho lasciato cadere il cellulare, mentre». Quello stesso smartphone, rimasto a terra per tutta la sera, è stato raccolto da qualcuno e consegnato al sindaco di Sezze Lidano Lucidi, che ieri mattina all'alba lo ha riportato alla ragazza direttamente in ospedale, dove la ventenne è stata raggiunta anche dal fidanzato, dai genitori e diversi parenti, partiti nel cuore della notte da Roma per starle accanto.

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