Scandalo Avastin, vertici di Big Pharma accusati anche di disastro doloso

Scandalo Avastin, vertici di Big Pharma accusati anche di disastro doloso
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Sabato 8 Marzo 2014, 13:32 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 15:38

Truffa ai danni del servizio sanitario, aggiotaggio ma anche disastro doloso per immissione sul mercato di prodotti che possono aver messo in pericolo i pazienti e associazione a delinquere. Sono i reati contestati dalla procura di Torino ai vertici di Roche e Novartis per la vicenda dei due farmaci usati nelle cure oftalmologiche, Lucentis e Avastin. Il pm Raffaele Guariniello ha un fascicolo aperto dal 2012 dopo le segnalazioni degli oculisti della Società Oftalmologica Italiana (Soi).

Bufera sull'Aifa. La notizia arriva a pochi giorni dalla maximulta comminata dall'autorità Antitrust per il caso Avastin-Lucentis. La Società oftalmologica italiana (Soi), ha chiesto alla procura subalpina di valutare il reato di corruzione. Secondo un esposto, in realtà dello scorso 30 dicembre, per la Soi «è difficile immaginare che le società farmaceutiche siano riuscite a truffare il Servizio sanitario nazionale senza la fondamentale sponda di qualche soggetto operante in Ema e Aifa. Accuse che Aifa ha respinto al mittente.
«Non si può adombrare il fatto - ha spiegato il direttore Luca Pani a Radio24 - che abbiamo partecipato ad associazioni a delinquere. Noi siamo un'istituzione con la schiena dritta». Matteo Piovella, presidente Soi, ha rincarato la dose. «L'Aifa, unica al mondo, ha sposato la balla della maggior pericolosità di Avastin - ha affermato - e anche se dopo 18 mesi di monitoraggio non ha avuto nessuna segnalazione di effetti collaterali gravi non ha cambiato idea». Anche a queste critiche l'Aifa ha risposto ribadendo che le procedure adottate sono quelle europee, e che la mancanza di segnalazioni di effetti avversi è dovuta probabilmente più al fatto che i medici che ancora prescrivono Avastin se ne assumono la piena responsabilità, e quindi tendono a non denunciarli.

Il ministro Lorenzin. ulla vicenda si è espressa per la prima volta dalla multa il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
«Ciò che è accaduto ha lasciato un'ombra sul grande lavoro che è stato fatto in questi anni, anche per ricostruire un diverso tipo di rapporto tra il mondo farmaceutico e quello delle istituzioni», ha affermato il ministro, che poi ha difeso l'operato del ministero. «Il Ministero - ha proseguito Lorenzin, anche in risposta alle accuse di immobilismo rivolte dal M5S - a fronte di una e-mail degli Oculisti italiani ha più volte chiesto all'Aifa i necessari chiarimenti. Per una risposta in termini tecnico-scientifici ci siamo rivolti al Consiglio superiore di Sanità per chiedere se c'erano elementi ostativi sulla sicurezza di questi farmaci, anche in base all'esperienza degli altri Paesi».

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