A fare il punto è l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) chiamata a riferire in commissione Sanità del senato sulla sostenibilità delle nuove costosissime cure che permettono l'eradicazione del virus Hcv con un trattamento di tre settimane. Trattamento a carico dello Stato, che è riuscito, però, a risparmiare il 22% sul prezzo di acquisto.
«Due miliardi e mezzo di euro, questo quello che risparmieremo nei prossimi 24 mesi con la strategia negoziale sui prezzi condotta da Aifa. Fino ad ora sono stati già risparmiati 130 milioni nei primi sei mesi dell'anno» spiega Luca Pani, direttore dell'Agenzia regolatoria.
Le regioni del Nord hanno più facile accesso alle cure e, di conseguenza, ai rimborsi dovuti al meccanismo di risparmio prezzo-volume. Il problema resta il diverso accesso alle cure che «pone il nostro Paese a rischio di disparità sociale» secondo Sergio Pecorelli presidente Aifa.
Ancora confusione, dunque, nelle informazioni ai cittadini sull'accesso ai farmaci innovativi anti epatite C, sui tempi di accesso e la trasparenza delle liste d'attesa. Da questa situazione derivano i casi di turismo in India per accedere alle terapie per chi non è oggi eleggibile al trattamento gratuito in Italia. E' il quadro che emerge a due settimane dall'avvio del programma di tutela di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato “Epatite C Siamo».
«Mentre le istituzioni italiane discutono se e come curare più persone - afferma Tonino Aceti, coordinatore nazionale Tdm - i cittadini si sono organizzati. Prenotano un viaggio e vanno in India o ad Hong Kong per comprare il farmaco con una spesa intorno ai duemila euro»
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