L'obesità “ruba” 8 anni di vita e in Usa si studia una nuova pillola anti-grasso

L'obesità “ruba” 8 anni di vita e in Usa si studia una nuova pillola anti-grasso
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Lunedì 8 Dicembre 2014, 17:07 - Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 22:35
Essere gravemente obsi può rubare fino a otto anni di vita e provocare decenni di esistenza in cattive condizioni di salute. Lo ha calcolato uno studio della McGill university in Canada, che si è guadagnato le apgine della rivista “ancet diabetes and endocrinology”.

Il team di esperti ha utilizzato un modello computeizzato per calcolare l'impatto dei chili di troppo sull'aspettativa di vita. A confronto con coetanei 20-39 anni in forma, è emerso che giovani uomini obesi perdono 8,4 anni di vita, mentre le donne oversize ne perdono 6.


I maschi trascorrono inoltre 18,8 mesi in più in cattive condizioni di salute, mentre le femmine 19. Aumentando progressivamente le classi di età, nel gruppo di 40enni e 50enni gli uomini perdono 3,7 anni e le donne 5,3 anni di aspetattiva di vita. Per quanto riguarda i 60-70enni, solo un anno di vita perso in media, ma sono 7 i mesi in cattiva salute.

«Il nostro modello informatico mostra che l'obesità è associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari e diabete che tagliano drammaticamente l'aspettativa di vita delle persone» sottolineano i ricercatori.

E in Usa si studia una nuova sostanza anti-obesità. Ricercatori dell'Harvard Stem Cell Institute e del Massachusetts General Hospital hanno intrapreso quello che descrivono sulla rivista “Nature Cell Biology” come «il primo passo verso una pillola che potrebbe sostituire il tapis roulant» per il controllo del peso e la lott all'obesità. Anche se, naturalmemte, senza tutti gli altri benefici aggiuntivi che l'esercizio fisico garantisce a chi lo pratica con costanza.

In laboratorio è stato creato un sistema che utilizza le cellule staminali umane per lo screening dei composti che hanno il potenziale di trasformare le cellule di grasso bianco o “cattivo”, in cellule di grasso marrone, quello “buono”. Gli esperti hanno già identificato due composti che potrebbero essere promettenti nel realizzare questo positivo “switch” nelle cellule umane. Composti che potrebbero poi essere confezionati in pillole anti-obesità.
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