Questo, in sintesi, il messaggio dei dermatologi che stanno partecipando a Euromelanoma, l'iniziativa europea di sensibilizzazione sui tumori della pelle a cui partecipano oltre trenta Paesi. Una ricerca avviata nel 2012 che da noi ha coinvolto 70 rappresentanti del Parlamento.
I risultati, pubblicati di recente sulla rivista “International Journal of Dermatology” evidenziano come, in questo campo, i comportamenti della classe politica non si discostino da quelli dei citatdini: stesse abitudini, con almeno due settimane l'anno di esposizione al sole durante le vacanze e stessi fattori di rischio con sospetto di lesioni cancerose in fase precoce.
La presenza di tumori della pelle è stata riscontrata nel 14,5% del campione e un dato rilevante è che di questi il 6,5% sono risultate lesioni da cheratosi attinica, un tumore della pelle non-melanoma in fase precoce. Da qui, la necessità di una maggiore attenzione verso questa patologia.
«L'obiettivo dello screening sui parlamentari è stato quello di sensibilizzare i decisori politici e richiamare la loro attenzione sull'importanza di promuovere campagne di informazione - spiega Ketty Peris direttore della clinica Dermatologica dell'università Cattolica di Roma e presidente di Euromelanoma Italia - Prevenire queste lesioni è più facile e meno costoso rispetto ad altre patologie». In poco meno di un ventennio sono quasi triplicati i nuovi casi di melanoma, la etrza diagnosi di carcinoma più frequente dopo i 45 anni.
Anche le lesioni in fase precoce, le cheratosi attiniche, che possono precedere il carcinoma squamocellulare, sono in costante aumento da noi. Colpiscono l'1,4% della popolazione over 45.
© RIPRODUZIONE RISERVATA