Le quattro cause/ I veri numeri e le speculazioni sui morti in più

di Silvio Garattini
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Domenica 27 Dicembre 2015, 23:51
Siamo di fronte a un dato eccezionale che deve meritare tutta la nostra attenzione: la mortalità in Italia è, per la prima volta da molti anni, in aumento. I morti in più nel 2015 rispetto al 2014 sarebbero circa 67 mila. Il condizionale è d’obbligo per almeno due ragioni: il dato si basa su misure indirette e perciò di proiezioni, considerando un aumento ufficioso di mortalità intorno alle 45 mila unità rilevato alla fine di agosto; in secondo luogo le pagine dell’Istat non riportano dati di mortalità relativi al 2015. Si dovrà perciò attendere ancora forse qualche mese prima di poter avere a disposizione dati certi. Intanto, sembra utile considerare alcuni dati di base per poter avere un’idea del valore delle cifre in gioco. In Italia abbiamo una popolazione che assomma, secondo gli ultimi dati, a 59 milioni e 797 mila abitanti, di cui - il dato va tenuto presente - quasi 4 milioni di extracomunitari. Attualmente la mortalità riferita all'anno 2014 è stata di circa 597 mila unità a fronte di un numero minore di nascite che assomma a 509 mila e cioè una differenza di circa 90 mila unità.


Se facciamo alcuni calcoli elementari possiamo stabilire che gli ipotetici 67 mila morti in più rappresentano circa lo 0,11% della popolazione e circa l’11% dei morti del 2014. Un altro dato può essere utile per la discussione: la popolazione italiana è una delle prime al mondo per longevità e il dato è in continuo aumento, tanto che si ritiene che l'attesa di vita alla nascita sia di 80,2 anni per i maschi, mentre per le femmine - più fortunate - è di 84,9 anni. In totale le persone con 80 e più anni sono in Italia circa 4 milioni. L'aumento di mortalità in questo caso - sempre assumendo che i morti in più siano reali - sarebbe di circa 1,6%. In attesa di sapere come stiano esattamente le cose può comunque essere un utile esercizio chiederci quali possano essere le cause o i fattori che possono essere responsabili in tutto o in parte dell'aumento di mortalità. È ovvio che non ci può essere un solo fattore, ma solo una serie di concause. Una delle ragioni più evidenti può dipendere dalla minore vaccinazione contro l'influenza a causa di un madornale errore interpretativo sulla tossicità di un vaccino che ha determinato, anche a causa di una pessima informazione, la sfiducia degli anziani che, pur avendo importanti fattori di rischio, non si sono vaccinati.

L’influenza è certamente una malattia minore, ma non lo è per le persone che abbiano malattie cardiopolmonari come è molto frequente negli anziani, tanto è vero che la mortalità da influenza è calcolata intorno alle 6.000 unità per anno. Come era già stato annunciato da molti alla fine del 2014 era stata prevista una maggiore mortalità, che potrebbe anche essere duplicata. Questa ipotesi sarebbe in armonia con il fatto che, secondo i dati ufficiosi sull'aumento di mortalità, una frazione importante sarebbe avvenuta proprio nei primi due mesi dell’anno quando notoriamente avviene il picco della infezione influenzale. Un'altra ragione per l'aumento della mortalità potrebbe essere proprio legata all'aumento della popolazione anziana che comporta un incremento di patologie cardiache, polmonari e tumorali che tuttavia è difficile che possano avere una influenza così forte sulla mortalità totale. Una terza ragione è certamente in rapporto con la crisi economica che ha indotto una povertà inattesa in una parte considerevole della popolazione.

È noto che la povertà cosidetta socio-economica è una delle più importanti ragioni di morbilità e perciò anche di mortalità, rappresentando quindi un altro contributo per spiegare l'aumento di mortalità.
Infine un altro argomento che ha trovato molto spazio a causa della sua più facile strumentalizzazione politica è rappresentato dall'inquinamento ed in particolare dallo smog che è all'ordine del giorno per la sua persistenza, soprattutto nei grandi agglomerati urbani. Secondo le stime dell'Organizzazione mondiale della sanità sarebbero circa 60 mila i decessi dovuti alle polveri sottili, agli scarichi dei diesel e all'ozono già nel 2012. Se ciò può essere attendibile è impossibile tuttavia che in tre anni la mortalità sia più che raddoppiata. Riassumendo possiamo dire che vi sono almeno quattro fattori che possono aver un ruolo nel caso in cui venga confermato l'eccesso di mortalità nel nostro Paese: la riduzione delle vaccinazioni contro l'influenza, l'invecchiamento della popolazione, la povertà e l'inquinamento atmosferico. È molto probabile che questi fattori non spieghino il tutto. Sulle vaccinazioni, sull'inquinamento e sulla povertà si può comunque agire molto rapidamente. Anche se il 2015 non rivelasse un aumento di mortalità questi provvedimenti sarebbero in ogni caso urgenti ed efficaci per la salute pubblica.
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