Amsterdam, le donne vincono la battaglia per i nuovi bagni pubblici inclusivi: investimento da 4 milioni di euro

Dalla multa di 140 euro per aver fatto pipì per strada alla vittoria per i bagni pubblici: la lotta di Geerte Piening e del movimento "Power to the Peepee"

Olanda, donne e disabili vincono la battaglia per i bagni pubblici
di Marta Giusti
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Lunedì 29 Aprile 2024, 12:35 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 10:11

Dalla multa di 140 euro per aver urinato per strada ai bagni pubblici per donne e disabili ottenuti dopo una battaglia cominciata nel 2015. Ad Amsterdam infatti sono stati stanziati 4 milioni di euro per nuovi bagni pubblici inclusivi, adatti alle donne e accessibili anche in sedia a rotelle, che verranno installati da ottobre nella capitale olandese. Il movimento "Power to the Peepee" da cui è partita la rivendicazione del «diritto di minzione» ha dimostrato «l'impossibilità per le donne di usare un orinatoio pubblico costruito per gli uomini».

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La storia

La storia del "diritto a fare pipì" inizia nel 2015 quando l'allora studentessa di 21 anni Geerte Piening una sera stava tornando a casa da un bar ricorda il Guardian. Era passato l'orario di chiusura nella vivace zona di Leidseplein, ad Amsterdam, per cui non poteva entrare in un altro bar per fare pipì e il bagno pubblico più vicino era a due chilometri di distanza. Per cui fu costretta a urinare in un vicoletto per strada con gli amici che la coprivano.

Ma fu scoperta dalla polizia e multata di 140 euro per aver urinato in un luogo pubblico. Da questa ammenda ritenuta ingiusta, inizia la battaglia della donna per la "parità di minzione".

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La ragazza scrisse una lettera contestando la sua multa, sottolineando che ad Amsterdam gli uomini avevano 35 orinatoi pubblici, le donne solo tre bagni pubblici. «Non colpisce solo le donne, ma anche le persone su sedia a rotelle» ha detto a proposito della disparità «È davvero importante che ci siano posti per tutti».

In tribunale per la pipì in pubblico

Dopo due anni trascorsi senza alcuna risposta formale, Piening venne convocata in tribunale per affrontare la multa in sospeso. Iniziò a spargere la voce, incredula e quasi 20 giornalisti si presentarono in tribunale per seguire la vicenda. Il giudice respinse il ricordo, ma ridusse la multa a 90 euro perché il caso era arrivato ben due anni dopo in tribunale. Il giudice sosteneva che Piening avrebbe dovuto utilizzare un orinatoio maschile. «Potrebbe non essere piacevole ma è possibile», ha detto.

La lotta per il «diritto alla minzione»

Nel Paese nacquero protesta tra cui quella chiamata “Power to the Peepee contro la multa e le motivazioni del giudice considerate ingiuste. Varie ragazze pubblicarono foto online in cui mostravano le contorte pose per urinare rispettando gli ordini del giudice, altre presentarono una petizione al ministro dell'Istruzione, della cultura e della scienza del Paese per la «parità di minzione»

Tra le manifestanti anche l'allora consigliera comunale di Amsterdam Ilana Rooderkerk, ora membro della Camera dei rappresentanti dei Paesi Bassi. Lei e Piening hanno lavorato insieme per chiedere al Comune bagni pubblici inclusivi. All'inizio le persone erano in dubbio: «pensavano: 'Qual è il problema?' oppure trovavano un po' strano parlarne", ha detto la consigliera. «Ma ho sempre sottolineato che quando si tratta di qualcosa di così basilare, perché non lo capiamo e basta? Soprattutto quando riguarda metà della popolazione della città ma non l’altra metà.

Unendosi ad altre consiglier, ha iniziato a raccogliere consensi. A poco a poco la città ha iniziato a posizionare i bagni chimici nei parchi in estate e hanno reso disponibili al pubblico i bagni delle stazioni di polizia e delle caserme dei vigili del fuoco.

Ma ci sono voluti anni di lotta dal basso e mobilitazione di figure istituzionali per ottenere la vittoria finale. Geerte Piening ha detto a proposito della battaglia: «Penso che la città sia costruita principalmente da e per gli uomini, quindi non sorprende che ci siano solo orinatoi per uomini»

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