«Era nell’aria», dicono gli italiani in Ecuador (circa 2omila su 18 milioni di abitanti, ndr), ma non si aspettavano neanche loro «tale esplosione di violenza delle gang legate al narcotraffico», raccontano impauriti, al punto da non voler esser citati, che la situazione è peggiorata durante la pandemia.
«I governi non sono stati capaci di controllare il fenomeno e dalle prigioni i narcos hanno cominciato a cooptare e intessere legami con amministrazioni e istituzioni locali». A spaventare è anche che per la prima volta sia pienamente coinvolta Quito, la capitale, che finora si era salvata dagli attacchi dei narcos. «In giro si respira timore e paura, non ci fidiamo di nessuno.
«Temiamo che Governo e polizia non siano in grado di controllare la situazione, visto anche quello che sta succedendo nelle carceri». La faida tra narcos è esplosa e non c’è più traccia di normalità. «La situazione è delicata, siamo in un momento di tensione e stress», chiude un docente italiano che vive poco fuori dalla città.