Uno studio danese presentato da Jorgen Serup su 58 nuovi inchiostri ha evidenziato una contaminazione batetrica nel 10% dei acsi con stafilococco, streptococco, pseudomonas ed enterococco, che possono portare infezioni dagli esisti a volte anche gravi.
Tra le reazioni avevrse ai tatuaggi considerate di minore entità vi sono fotosensibilità, da cui è colpita una persona tatuata su cinque, e poi prurito e gonfiore, che si presentano a intermittenza e spingono in molti casi a non andare dal medico, perlomeno fino a quando non diventano croniche. Gli specialisti sottolineano poi che mentre i tatuaggi neri, che sono sovraccaricati di inchiostro più di quanto la pelle possa sopportare, i rischi sono di entità ababstanza lieve, per quanto riguarda i rossi il rischio è maggiore ed è legato a reazioni allergiche al pigmento.
Alcune possono portare lesioni squamose e uniformi, altre possono penetrare più nel profondo della pelle e provocare delle ulcere che non si cicatrizzano. Nei casi più gravi, infine, le eprsone allergiche, soprattutto al latex, possono subite uno choc anafilattico se il tatuatore ha utilizzato guanti di lattice per eseguire il disegno.
Per questo, concludono gli esperti, è importante un controllo microbico degli inchiostri dei tatuaggi e delle verifiche sui loro ingredienti, in particolare modo per identificare potenziali allergeni, evitando se possibile il rosso e le nuances simili.
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