L'infettivologo: «L'epidemia va avanti ma con l'inverno finirà»

L'infettivologo: «L'epidemia va avanti ma con l'inverno finirà»
di Marco Ventura
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Giovedì 14 Settembre 2017, 10:09 - Ultimo aggiornamento: 10:10
Blocco parziale e temporaneo delle donazioni di sangue per 1 milione e 200mila romani. «Misura corretta e necessaria» la definisce Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive al Policlinico Tor Vergata. «Due le ragioni principali. La prima: questa malattia determina la circolazione del virus nel sangue, quello prelevato da donatore con viremia in atto può essere contagiante per chi lo riceve. Il virus rimane nel sangue per alcuni giorni prima che la malattia si manifesti, e 5-6 durante la malattia stessa».
La seconda ragione?
«La decisione è resa necessaria dal fatto che ci sono persone infettate attraverso la puntura della zanzara, ma che non presentano segni clinici della malattia, o siano già contagianti alcuni giorni prima di manifestarli. Inoltre, questa malattia quando compare determina un numero discreto di casi, non si limita a uno o due. Genera una certa diffusione epidemica. C'è la possibilità che al di là dei casi segnalati, riconosciuti e già dimostrati, ve ne siano altri di persone che hanno avuto la malattia in forma asintomatica o paucisintomatica, con pochi sintomi. È una malattia alla quale da noi non si pensa troppo...».
Le risultano altri casi oltre a quelli noti?
«Mi risulta che ve ne siano stati altri attorno ad Anzio, persone che hanno riferito sintomi di chikungunya non riconosciuti quando sono state male, e che hanno preceduto i casi poi diventati noti. Adesso, chiunque si presenti con febbre e forti dolori articolari viene testato subito. È una malattia poco nota ai nostri medici, non presente in Italia».
Quanto ha circolato da noi il virus?
«Probabilmente abbastanza. Anche per questo, la misura del blocco di trasfusioni di sangue è di grande riguardo ma corretta, a salvaguardia del fatto di non essere in grado di testare tutti i soggetti per questo virus e selezionare così il donatore».
Quali sono i sintomi della chikungunya?
«Sostanzialmente febbre, ma associata a dolore importante a livello articolare. In alcuni casi c'è la comparsa di un esantema. È una malattia molto fastidiosa che dura 7-14 giorni al massimo. La mortalità è virtualmente assente, anche se esistono casi eccezionali mortali dovuti a emorragie dovute a piastrinopenia, o diminuzione degli elementi che controllano la coagulazione del sangue. Sennò la malattia di media guarisce spontaneamente senza bisogno di cura, anche perché non esistono farmaci specifici».
Quanto può estendersi l'epidemia?
«Normalmente quando c'è un caso ce n'è qualche altro, raramente singoli casi, non migliaia e migliaia di persone ma decine. In Italia, nel 2007 un'epidemia coinvolse, dimostrate, almeno 205 persone. Prima dell'estate un'epidemia in Francia ne ha coinvolte circa quaranta. Difficile dire quante ve ne siano o saranno in questa epidemia laziale. Non sappiamo se stia ancora circolando. Nella mia struttura c'è un caso sospetto».
È anche una malattia stagionale?
«Con la fine dell'estate si riduce la circolazione delle zanzare e questo porterà all'esaurimento dell'epidemia. Ci interesserà ancora per qualche settimana. Il contagio naturale avviene infatti per puntura di una zanzara, la Aedes Albopictus, o zanzara tigre, capace di trasmettere il virus da malato a sano. Tutte le malattie con circolazione ematiche si possono trasmettere anche per via parenterale, per scambio di siringa per esempio tra tossicodipendenti o tramite i prodotti ematici, quindi le trasfusioni».
Se le conseguenze sono modeste, perché questa malattia fa così paura?
«Difficile comprendere quello che si determina nella popolazione. La paura è legata alla presa di coscienza del fatto che l'Italia è soggetta all'arrivo di nuove malattie, non presenti da noi in forma endemica. La stessa tropicalizzazione determina modifiche sulle malattie. L'Italia sta in qualche modo cambiando rispetto al clima e alla presenza di alcune malattie prevalenti nell'area tropicale».
Le migrazioni non c'entrano?
«C'entra la globalizzazione. Questa malattia non è portata da immigrati che impiegano tempi lunghi per muoversi, ma da viaggiatori in fase viremica che provengono in aereo da zone in cui la malattia è presente. La zanzara punge il soggetto malato e inizia una piccola epidemia».