La caffeina riduce il rischio di morte nelle donne diabetiche

La caffeina riduce il rischio di morte nelle donne diabetiche
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Venerdì 15 Settembre 2017, 21:06 - Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 13:24
La caffeina riduce il rischio di morte nelle donne affette da diabete: quelle che bevono regolarmente caffè o te' vivono infatti più a lungo rispetto alle donne malate che non ne consumano, ma tale associazione non si riscontra tra gli uomini. Lo dimostra uno studio dell'Università di Porto (Portogallo) presentato al congresso dell'Associazione europea per lo studio del diabete (Easd).I ricercatori hanno osservato che maggiore è la quantità di caffeina consumata, minore è il rischio di morte nelle donne diabetiche. Hanno inoltre rilevato che l'effetto protettivo dipende dalla fonte della caffeina: più alti livelli di consumo di caffeina da caffè sono infatti associati ad un minore rischio di morte per tutte le cause ed in particolare per malattie cardiovascolari; al contrario, le donne che consumavano più caffeina da tè facevano registrare una minore probabilità di morire per cancro.

Più dell'80% della popolazione adulta mondiale consuma caffeina giornalmente e vari studi hanno dimostrato l'effetto benefico del caffè rispetto al rischio di morte per tutte le cause nella popolazione generale, ma poco si sapeva circa il ruolo della caffeina sulla mortalità delle persone diabetiche. Lo studio ha preso in considerazione un campione di 3.000 uomini e donne diabetici dal 1999 al 2010. I ricercatori hanno così evidenziato che le donne diabetiche che consumavano fino a 100 mg di caffeina al giorno (una normale tazza di caffè) avevano il 51% di possibilità in meno di morire delle donne che non consumavano caffeina. Con un consumo da 100 a 200 mg al giorno, il rischio di morte era minore del 57% e con un consumo maggiore di 200 mg (due tazze di caffè) il ridotto rischio di morte era del 66%.

Inoltre si è anche osservato che le forti consumatrici di caffeina da tè registravano un minore rischio di morte da cancro pari all'80%. Tuttavia, precisano gli autori, ulteriori conferme sono necessarie ed «il nostro studio osservazionale può solo suggerire la possibilità di un effetto protettivo della caffeina».
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