«La ricerca sta dimostrando come PeaLut sia in grado di controllare il meccanismo neurodegenerativo - spiega Salvatore Cuzzocrea, professore ordinario di Farmacologia all'Università di Messina - prevenendo il danno neuronale e ritardando l'esordio della patologia o ancora, se il danno si è già verificato, come nel caso di ictus o trauma cranico in cui l'evento è immediato, rallenta il meccanismo di neurodegenerazione offrendo una possibilità di cura». Lo studio ha arruolato 250 pazienti colpiti da ictus, 132 uomini e 118 donne, con età media di 71.4 anni, il 62% dei quali con danno diffuso. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi e trattati in maniera randomizzata con terapia normale o con PEALut. Dopo 30 giorni i pazienti trattati con la nuova molecola hanno manifestato un miglioramento per tutti i parametri considerati. Dopo 60 giorni è stato riscontrato un recupero dell'attività motoria del 40-50% rispetto alle condizioni di partenza, contro il 20% nei pazienti trattati con terapia normale.
Un secondo studio approvato dal Comitato etico del Policlinico universitario di Messina, condotto dai reparti di Farmacologia e Neurochirurgia dell'Università di Messina, avviato a febbraio 2017 e ancora in corso, sta invece indagando l'utilizzo della molecola sul trauma cranico: «Abbiamo già trattato 15 pazienti con PEALut, somministrato due volte al giorno tutti i giorni, e abbiamo riscontrato un miglioramento statisticamente significativo nel recupero delle funzioni cognitive.
Siamo convinti che anche in questo caso il trattamento, in aggiunta alla normale terapia, possa migliorare l'outcome dei pazienti».
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