Il lavoro ha osservato 50 mila adulti tra Australia, Gran Bretagna e Germania, monitorando la felicità via via che passavano gli anni. Non si tratta del primo studio in questo senso, ma è la prima conferma che l'andamento della gioia è un fenomeno universale. Così, tra esami universitari, ricerca del lavoro, problemi di coppia, ticchettio dell'orologio biologico e depressione post partum se ne va la prima parte della curva, in ripida discesa da quando si abbandona l'adolescenza fino ai 40 anni. Toccato il punto più basso intorno alla metà della vita, tuttavia, le cose sembrano migliorare.
Man mano che si invecchia, la felicità sembra infatti aumentare, come riporta il 'Telegraph' che ha ripreso lo studio. Non è chiaro se si tratti di un effetto dovuto alla cupa rassegnazione o se in effetti superato il nadir si trovino l'ottimismo e l'equilibrio necessari per godersi ciò che rimane della propria esistenza. Un suggerimento arriva dalla scrittrice inglese ultranovantenne Diana Athill, che in un saggio sul suo nuovo libro dato alle stampe in questi giorni nel Regno Unito sostiene che il segreto della serenità sia "evitare il romanticismo e aborrire la bramosia di possesso".