Il primo dei dieci piloti collaudatori scelti per mettere a punto il prototipo è Amanda Boxtel, una donna paralizzata dalla vita in giù a causa di un incidente con gli sci. Per ottenere un supporto perfettamente su misura la donna è stata passata ad uno speciale scanner tridimensionale che ha ottenuto un'immagine estremamente dettagliata del corpo.
«Questo - hanno spiegato gli ideatori all'evento di Budapest organizzato dalla Singularity University durante il quale è stato presentato l'esoscheletro - ha permesso di digitalizzare il controno della spina dorsale, delle cosce e delel creste tibiali per modellare la tuta robotica esattamente sul suo corpo evitando sfregamenti che potrebbero portare a infezioni».
Ai vari pezzi stampati sono stati aggiunti attuatori e altri dispositivi per il controllo sviluppati da un'altra azienda, la Ekso Bionics, specializzata in esoscheletri non su misura da utilizzare per la riabilitazione motoria. Il risultato è stato uno scheletro esterno in grado di far camminare Amanda per Budapest, anche se sempre con l'ausilio di stampelle che si può adattare a qualsiasi grado di funzionalitàdiminuita delle gambe e che dal primo scan alla prova su strada ha richiesto meno di tre mesi.
«Questo progetto rappresenta il trionfo della creatività umana e della tecnologia - afefrma Boxtel - che si sono unite per restituirmi le funzioni in modo sorprendente».
Oltre che a realizzare dispositivi hi-tech come quelle di 3D Systems, che comunque ha un costo minore rispetto a quelli realizzati con tecniche tradizionali, le stampanti 3D sono già state usate per ottenere protesi low cost. L'ultimo esempio è quello di un ragazzo di 16 anni del Kansas, che con un progetto open source sul web, 60 dolalri di materiale e la stampante della biblioteca della sua città è riuscito a realizzare una mano robotica per un suo amichetto che ne era privo dalla nascita.