In città i parchi di due aree archeologiche su tre (il 66%) sono abbandonati. E quasi un sito su due (il 47%) è impossibile da trovare: non viene neanche segnalato da un cartello. Più della metà dei beni culturali (il 55%) ha recinzioni sporche o non integre. Quindi, qualunque vandalo può entrare e dare una pugnalata al cuore della storia di Roma. La fotografia impietosa per la Città Eterna viene dal dossier sulla manutenzione del verde delle aree monumentali e archeologiche che è stato realizzato dall’Acos, l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici locali di Roma Capitale.
«Numerosi» sono i siti con recinzioni e muretti degradati dalla crescita incontrollata di piante infestanti. La situazione più critica è nelle ville e nei parchi (per il 76% dei casi) ed è dovuta principalmente alla crescita di piante infestanti e nelle aree archeologiche di periferia, dove minore è l’interesse del manufatto o il flusso di visitatori. Qui, il 32% dei manufatti artistici è «parzialmente o totalmente coperto dalla vegetazione». Erba incolta e infestante è nel 77% dei 145 casi monitorati: i siti mantenuti meglio sono quelli dei musei mentre quelli del Suburbio e dei monumenti medievali e moderni scontano la maggiore trascuratezza.
LE CRITICITÀ
Zona «non visibile» e «verde impenetrabile» nell’area archeologica di piazzale Clodio. In stato di abbandono la Basilica di San Valentino. «Quasi invisibili» i Blocchi di Filarete. In «stato d’abbandono» il Ludus Magnus in Centro. Il mattatoio di Testaccio è diventato un «ricovero per persone senza fissa dimora». Cespugli, rifiuti e rovi al Sepolcro di Eurisace a Porta Maggiore. «A rischio crollo» il rudere di Largo Irpinia. «Circondato da erba alta e sporcizia» il Sepolcro di Cornelia.
«Positivamente se ne è riscontrata l’esistenza solo in pochissimi casi», dice l’Agenzia e sulle Mura Aureliane, ai Mercati di Traiano e alla Galleria d’arte moderna. Il quadro fatto da Acos ha luci e ombre. Il rapporto evidenzia «una serie di criticità importanti sul territorio e pertinenti alla gestione di Roma Capitale», in particolar modo per la «non facile cura del verde pubblico adiacente a monumenti antichi e moderni, aree archeologiche e musei». Allo stesso tempo, però, «sono emerse situazioni virtuose, luoghi d’arte e di storia dall’aspetto decoroso e invitante», soprattutto per le zone del Centro storico, tenute in migliori condizioni proprio per l’alto afflusso giornaliero di turisti. C’è invece da lavorare per tutto il resto. «La cura per le aree culturali meno conosciute, non centrali - scrivono da Acos - può essere un importante volano per itinerari culturali nuovi».
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