Solo quelli che dimostrano una tradizione consolidata, un legame inscindibile con l’area di provenienza e un contesto imprenditoriale in grado di raggiungere elevati standard qualitativi, possono aspirare a ottenere l’ambito riconoscimento comunitario. Per Maccarese, e più in generale per tutto il territorio del Comune di Fiumicino, sarebbe il coronamento di una tradizione e di una qualità riconosciuta dai mercati nazionali e internazionali. Perché la carota di Maccarese o di Fiumicino è già una garanzia per le tavole dei consumatori, una fama conquistata anno dopo anno con il duro lavoro nei campi. Il prodotto principe del territorio è un gioiello molto apprezzato, in particolare dal mercato tedesco, dove arriva già lavato, confezionato e pronto per l’uso. E che ha fatto la fortuna di tante famiglie di agricoltori locali che si sono messi in proprio e da tempo producono esclusivamente carote per i migliori mercati.
«Uno dei requisiti richiesti dal disciplinare di Bruxelles è quello di una produzione che abbia almeno 40 anni – spiega Destro – la Maccarese ha abbondante documentazione comprovante come la carota venga prodotta da molto prima. Nei nostri archivi tra gli altri documenti c’è un volume in cui si parla delle modalità della sua coltivazione già nel 1962 con tanto di immagini dei macchinari adibiti alla raccolta. Abbiamo foto, anche precedenti, della partecipazione a sagre nella Provincia di Roma, compreso un trattore d’epoca con il cartello esposto che fa riferimento alla carota di Maccarese». Per quanto riguarda la qualità non dovrebbero esserci problemi, il prodotto appare in grado di superare ampiamente i limiti dettati dall’Unione Europea a tutela dei consumatori. «Negli anni la carota è diventata sempre più il simbolo di Maccarese – aggiunge Fabio Zorzi, consigliere comunale – tanto che molti pensavano erroneamente che l’Igp fosse già arrivata». Nella dicitura non è ancora chiaro se sarà carota di Maccarese o di Fiumicino. Al di là del nome ufficiale, sarà comunque una vera consacrazione.
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