Diabete, la svolta dell'insulina: iniezione solo una volta a settimana. Il ricercatore: «Un cambio epocale per la qualità della vita»

A spiegarlo è il solo ricercatore italiano che ha partecipato alla stesura finale dello studio

Diabete, la svolta dell'insulina: iniezione solo una volta a settimana. Il ricercatore: «Un cambio epocale per la qualità della vita»
di Maria Rita Montebelli
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Domenica 25 Giugno 2023, 14:55 - Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 15:51

L'insulina a distanza di un secolo dalla sua scoperta, resta un farmaco salvavita, insostituibile per il trattamento del diabete. Ma è anche una presenza ingombrante nella vita di tante persone affette da diabete 2 (30% di 4 milioni di pazienti) per la frequenza delle punture, che può arrivare a quattro al giorno. Una di insulina basale e tre di insulina rapida.

Ma, qualcosa potrebbe presto cambiare, scendere a solo una puntura settimanale, visti i risultati dello studio Onward, presentato al congresso della Società Americana di Diabetologia (ADA) e pubblicati su due prestigiose riviste scientifiche, JAMA (Journal of the American Medical Association) e New England Journal of Medicine.

Onward ha esaminato l'attività di un'insulina basale ad azione super-prolungata, che si somministra, appunto, una sola volta a settimana. Si chiama "icodec" ed è stata confrontata con l'insulina glargine, che si assume una volta al giorno.

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IL TRATTAMENTO

Lo studio, condotto su 984 persone con diabete, ha evidenziato che icodec dà un controllo della glicemia addirittura superiore a quello dell'insulina giornaliera, senza aumentare il rischio di crisi ipoglicemiche.
«Avere a disposizione un'insulina settimanale commenta il primo autore dello studio, Julio Rosenstock, Direttore del Dallas Diabetes Research Center e professore di Medicina all'Università del Texas - facilita l'avvio di un trattamento con insulina basale, migliora il compenso glicemico e l'aderenza al trattamento, riducendo il carico di punture di insulina nelle persone con diabete di tipo 2».
«Questa nuova molecola - commenta Roberto Trevisan, professore di Endocrinologia presso l'Università Milano-Bicocca, direttore della Diabetologia dell'ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e unico autore italiano ad aver firmato lo studio sul New England ha il potenziale di semplificare la terapia del diabete, eliminando il disagio dell'iniezione giornaliera. Icodec rappresenta insomma un cambio epocale per i pazienti con diabete, spesso anziani, con più patologie e costretti ad assumere diverse terapie ogni giorno e può portare ad un deciso miglioramento della loro qualità di vita».
Ora è attesa l'approvazione della nuova molecola da parte degli enti regolatori del farmaco per renderla disponibile. Dopo circa sei mesi dall'inizio del trattamento, il prodotto a somministrazione settimanale ha mostrato un leggero vantaggio in termini di efficacia misurata come capacità di mantenere buoni livelli di emoglobina glicata.
Il mondo del diabete non è nuovo d'altra parte alle terapie a somministrazione settimanale. A rompere il ghiaccio sono stati anni fa i GLP-1 analoghi, farmaci anti-diabete, utilizzati in seguito anche come terapie anti-obesità. Obesità e diabete sono infatti due condizioni legate a doppio filo, essendo l'obesità uno dei principali fattori di rischio per il diabete di tipo 2. Sempre dal congresso americano di diabetologia arrivano tante novità anche sul fronte dei farmaci anti-diabesità.

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L'INDICAZIONE

Lo studio Surmount-2 ha dimostrato che tirzepatide, somministrato con un'iniezione una volta a settimana, controlla efficacemente il diabete e intanto riduce il peso corporeo (di circa 15 kg, pari al 15% del peso iniziale). Sono disponibili anche i risultati dello studio OASIS 1 sulla semaglutide in compresse. Di semaglutide si è parlato molto qualche mese fa quando questo farmaco anti-diabete era scomparso dalle farmacie perché utilizzato "off label" per la perdita di peso. In Italia, cioè, non è ancora approvato per questa indicazione, ma solo come anti-diabete.
Lo studio OASIS 1 ha valutato l'efficacia dimagrante della sua formulazione orale (semaglutide in compresse è già in commercio come anti-diabete), una volta al giorno. Il farmaco, inserito in un programma di dieta e attività fisica ben strutturato, ha consentito di ottenere una perdita di peso fino al 15%.

FEGATO

Diabete e obesità spesso si trascinano dietro un'altra condizione, il "fegato grasso", cioè l'accumulo eccessivo di grasso nelle cellule del fegato, che può portare a sua volta ad una serie di conseguenze negative. Al congresso di San Diego su retatrutide, un nuovo farmaco che si somministra sottocute una volta a settimana. Il farmaco ha prodotto una perdita di peso fino al 24% (circa un quarto del peso iniziale, una media di 27 chili), normalizzando il contenuto di grasso nel fegato in 9 pazienti su 10 di quelli trattati e controllando bene la glicemia.
Insomma, un medicinale 3-in-1. Di fronte alla prospettiva di un mondo popolato entro il 2050 da oltre 1,3 miliardi di persone con diabete e da 4 miliardi in sovrappeso (1,5 miliardi delle quali con obesità), sapere che la ricerca farmacologica sta facendo passi da gigante, rincuora. E non poco.

 

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