Marcia indietro sul multitasking: per gli scienziati Usa nuoce al cervello

Marcia indietro sul multitasking: per gli scienziati Usa nuoce al cervello
di Antonio Bonanata
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Lunedì 31 Agosto 2015, 14:36 - Ultimo aggiornamento: 1 Settembre, 17:23
Ma chi l’ha detto che caricare una foto su Instragram mentre si cerca l’offerta per il volo più economico sia indice di produttività ed efficienza? E, soprattutto, siamo sicuri che faccia bene alla salute e al nostro cervello?

Da recenti studi svolti negli Stati Uniti, infatti, emerge che il multitasking, connotato tra i più diffusi nei tempi dell’iperconnessione (o della connessione permanente), non sia un aspetto così positivo per una forma mentis, quella dell’uomo del terzo millennio, che ha fatto di necessità virtù, abituandosi a svolgere più attività contemporaneamente. Eppure, ed è questo che sottolineano gli scienziati americani, il ping-pong dei neuroni da un’attività all’altra li affatica, stimolando in eccesso la produzione di cortisolo, l’ormone dello stress. Le aree del nostro encefalo che si attivano quando scriviamo o siamo impegnati in una conversazione non aumentano all’aumentare dei compiti che ci proponiamo di portare avanti nello stesso momento. I neuroni si dividono tra le varie attività, col rischio di andare in sovraccarico.

L’iperattivismo, insomma, è un rischio e diminuisce di molto la nostra capacità di concentrazione. Lo dice, tra gli altri, Sandra Bond Chapman, direttrice del Center for Brain Health dell’Università di Dallas. Più cose facciamo, in pratica, e più errori commettiamo, dato che il cervello umano è programmato per fare una cosa per volta. Lo conferma un’altra ricerca, condotta sugli studenti dell’Università del Michigan e pubblicata sul Journal of experimental psychology, secondo cui ogni interruzione inceppa la mente. È stato calcolato che un pop-up apparso sulla schermata del nostro computer mentre vi stiamo lavorando raddoppia la possibilità di sbagliare nel corso dell’esecuzione, e questo nel caso in cui lo stop derivante dalla distrazione duri due secondi; se l’interruzione è di quattro secondi, l’eventualità di sbagliare è persino quadruplicata.

In sostanza, il multitasking, oltre a stressarci, riduce la produttività: ad Harvard, alcuni ricercatori – in collaborazione con l’Ecole des hautes études commerciales di Parigi – hanno verificato che concentrarsi solo e soltanto su un’unica attività, portandola a termine senza interruzioni, è di beneficio anche per i compiti successivi che andremo a svolgere. Un allarme, quello dell'iperattivismo, che chiama in causa soprattutto l’Italia, dove risulta che il 60 per cento della popolazione digitale usa più devices nello stesso momento, a fronte del 49 per cento della media mondiale. Tra i più giovani, poi, la percentuale sale al 66 per cento. Avranno, quindi, molto da fare nel nostro paese i promotori dello "Slow web", movimento che si propone di ripensare i ritmi quotidiani all’insegna del single task: una cosa per volta e la vita migliora. Anche per il nostro cervello.