Il Parkinson si può scoprire dieci anni prima

Alfredo Berardelli
di Antonio Caperna
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Giovedì 20 Novembre 2014, 17:30 - Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 17:40
Azzerare la diagnosi tardiva del Parkinson, puntando alla scoperta della malattia anche dieci anni prima la comparsa dei sintomi. Non è merito di una nuova scoperta tecnologica ma del ritorno alla tradizione della scienza medica, ovvero anamnesi ed esame clinico. Secondo uno studio dell’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì, pubblicato su Review Neuroscience, i disturbi del sonno rem possono precedere di oltre dieci anni ogni altra manifestazione clinica del Parkinson.
IL RALLENTAMENTO
L’80% dei pazienti che presentano quello che viene chiamato Rbd, acronimo di rem sleep behavior disorder (disturbo del sonno) svilupperanno malattia di Parkinson e ciò rende questo sintomo un importante predittore della malattia. La cosiddetta sindrome delle gambe senza riposo è un marker di Parkinson importante. Un altro filone di ricerca si focalizza sul riscontro di precoci alterazioni olfattive: quasi metà (46%) dei pazienti con problemi di olfatto, appunto, potrebbe sviluppare manifestazioni cliniche della malattia nel caso presenti anche alterazioni cerebrali all’esame con Datscan. Inoltre sono a rischio anche pazienti che presentano per più di due anni sintomi (ovviamente più di uno) come stipsi, depressione, disturbi somatici funzionali, dolori diffusi, ipotensione quando si è in piedi e deficit delle funzioni esecutive. Devono rapidamente essere avviati al neurologo, anche in assenza della caratteristica triade di tremore, rigidità e rallentamento motorio.
La malattia colpisce in Italia oltre 200mila persone over 50, soprattutto uomini, ma esistono casi rari anche tra i giovani fra i 30 e i 40 anni. «Chi presenta questi sintomi non è detto che poi sviluppi necessariamente la patologia –spiega Alfredo Berardelli, Presidente della Lega Italiana per la Lotta contro la Malattia di Parkinson - però bisogna star attenti a certi campanelli d’allarme che in passato erano sottovalutati, in particolare per gli over 55. Disturbi del sonno, difficoltà a dormire, risvegli precoci, ma anche problemi gastrointestinali o motori sono spie importanti. Non vanno ignorati i lievi tremori agli arti superiori, un rallentamento nell’esecuzione dei movimenti, come scrivere più lentamente del solito o con una grafia più piccola».
LA PROTEINA
Inoltre, un gruppo di ricercatori dell’università di Bologna ha recentemente dimostrato come sia possibile dimostrare la presenza di a-sinucleina (alfa-sinucleina, proteina alterata nella malattia di Parkinson) nei nervi periferici prossimali con una biopsia cutanea. L’a-sinucleina è una proteina normale, ma se è troppo presente può danneggiare le cellule nervose. Un recente studio su “Cell Reports” ha dimostrato su ratto “parkinsonizzato” come sia possibile bloccarne la trasmissione cellula-cellula, aprendo la strada alla possibile immunoterapia. Alcuni ricercatori di Vienna hanno iniziato uno studio per creare una sorta di vaccino che riduce l’accumulo di a-sinucliena.
LE VISITE
In occasione della Giornata Nazionale Parkinson del 29 novembre, promossa dalla Lega per la lotta al Parkinson e Le sindromi extrapiramidali, parte un progetto pilota nel Lazio e nella Lombardia (numero verde 800-131.749) per consentire ai pazienti di ricevere a casa ricette mediche e farmaci, superando i grossi problemi di spostamento che spesso impediscono di recarsi dal medico o in farmacia.
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