«Da qui al 2017 il primo trapianto di testa», l'annuncio choc di un neorologo italiano

«Da qui al 2017 il primo trapianto di testa», l'annuncio choc di un neorologo italiano
di Antonio Bonanata
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Giovedì 26 Febbraio 2015, 18:04 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 14:26
In un film del 1997 - "Face off", interpretato da Nicolas Cage e John Travolta - si metteva in scena un trapianto di faccia. Niente in confronto a quello che si vuole realizzare da qui a due anni, e l'idea sembra così incredibile da superare ogni immaginazione. Secondo un neurologo italiano, infatti, entro il 2017 la neurochirurgia sarà in grado di effettuare il primo trapianto di testa.
Non stiamo parlando del nuovo soggetto di un film di fanta-medicina ma di un vero progetto scientifico, che sarà ufficialmente presentato a giugno, durante l'annuale conferenza dell'Accademia americana di chirurgia ortopedica e neurologica, che si terrà nella città di Annapolis, nel Maryland.

C'è un bel pezzo di Italia in una simile (e choccante) proposta, frutto di anni di studi e ricerche: il medico italiano Sergio Canavero, chirurgo del Gruppo di neuro-modulazione avanzata con sede a Torino, guida il progetto. Una vera svolta per chi soffre di malattie neuro-degenerative altamente invalidanti, come Sla e sclerosi multipla, o per chi viene colpito da un tumore al cervello: il trapianto di testa, infatti, verrebbe prospettato in casi come questi. Secondo la rivista "The new scientist" siamo a buon punto: dopo il lancio ufficiale nel 2013, il progetto avrebbe superato gli ostacoli principali, tra cui la fusione della colonna vertebrale con un nuovo corpo e l'assicurazione che il sistema immunitario non rigetti la testa trapiantata. Ma in un tema del genere non sono solo coinvolte questioni strettamente mediche o chirurgiche, quanto implicazioni di carattere etico.
In attesa dell'annuncio ufficiale, il dottor Canavero pubblica questo mese un paper in cui illustra la teoria a supporto dell'impresa che intende realizzare, spiegando come pensa che il trapianto venga portato a termine con successo.

Questo complesso intervento di neurochirurgia implicherebbe il raffreddamento della testa da espiantare e del corpo ricettore, per mantenere in vita le cellule prive di ossigeno. In seguito, i tessuti intorno al collo verrebbero tagliati e i vasi arteriosi principali collegati tramite sottili tubicini. La colonna spinale verrebbe quindi recisa di netto, un attimo prima dell'espianto da un corpo all'altro, per essere poi "saldata" con una sostanza chimica a base di glicole polietilenico.

Nel corpo verrebbe indotto un coma di circa un mese, tempo necessario all'organismo per adattarsi alla nuova testa.
Il dottor Canavero è convinto che il paziente si risveglierebbe con la stessa voce, muovendo e percependo il viso come se niente fosse cambiato; potrebbe tornare a camminare nel giro di un anno. E mentre lui assicura che già diversi volontari si sono fatti avanti, non pochi critici lo accusano di proporre interventi fantasiosi. Sta di fatto che si potrebbe essere a un passo dal traguardo, dopo più di 40 anni dal primo trapianto di testa di una scimmia e a pochi mesi da un'operazione simile condotta su un topo in Cina.