"Ci chiamano eroi con il Covid e ci trattano da delinquenti subito dopo. Le regole vanno rispettate, è vero. Ma perché solo noi veniamo controllati?”. La Asl batte cassa: sono 16 i medici di medicina generale coinvolti su 192. Le cifre vanno da un minimo di 524,02 euro a un massimo di 5.253,77. È di quasi 38mila euro la somma richiesta per “recupero del costo del farmaco indebitamente prescritto” perché “oltre i militi consentiti”, in base a un provvedimento della Regione Lazio risalente al gennaio del 2020. È la prima volta che accade, complice un livello di spesa annuale per assistiti che è stato abbassato rispetto al passato. E Viterbo è, per ora, l'unica azienda sanitaria che è andata fino in fondo.
Amareggiato il commento di Michele Fiore, segretario della Fimmg, il sindacato di categoria: “È vero che va fatta maggiore attenzione alla spesa perché le risorse non sono infinite ma i controlli maggiori sono sulla nostra categoria.
Rispetto al rimborso, Fiore specifica che il provvedimento non riguarda tutti i medici della provincia “ma soltanto una quindicina che sono considerati iperprescrittori o altospendenti, i quali hanno comunque tutto il diritto di chiedere un accesso agli atti e di opporsi come credono”. Ricorda poi che “negli ultimi tre anni sono state fatte numerose Capi (commissioni per l’appropriatezza prescrittiva interdistrettuale, ndr) nelle quali sono stati chiamati i colleghi altospendenti e si è cercato di valutare con loro il perché di una spesa così alta rispetto alle medie regionali”. Tutti i medici di famiglia convocati hanno ricevuto il report, nel corso delle varie commissioni sono state analizzate le voci nel dettaglio e a ognuno è stato consegnato un riepilogo dettagliato con i codici fiscali dei pazienti ai quali avevano prescritto in eccesso.
Cosa è successo poi? “D’intesa con i sindacati - continua Fiore - non sono stati contattati tutti i colleghi che avevano “sforato” rispetto al valore indicato dalla Regione Lazio di 125 euro per assistito all’anno ma è stato concordato il limite più alto di 140: così facendo non sono stati coinvolti almeno una cinquantina di medici”. Tra i camici bianchi convocati “alcuni non si sono mai presentati e hanno continuato a prescrivere senza dare peso al fatto che una iperprescrizione avrebbe potuto portare a una richiesta di rimborso da parte della Asl come previsto sia da accordi nazionali che regionali”.
Fiore intanto aspetta un incontro coi vertici della Asl: “Vogliamo un confronto sereno con la direzione. Non contestiamo la sostanza ma la forma della richiesta dei rimborsi, senza nemmeno una data entro cui pagare. Inoltre, non possono essere colpiti solo i medici di base, senza che vi sia controllo, invece, sugli specialisti ambulatoriali o i medici ospedalieri mai coinvolti in sede di Capi. Dobbiamo essere più attenti alla spesa ma non c’è malafede nelle prescrizioni. Spero – conclude – si possa trovare un punto di incontro senza ricorrere alle vie legali”.