Troppo arsenico nell’acqua, scatta il divieto di consumo e arrivano le autobotti. Ad Acquapendente, il sindaco Alessandra Terrosi ha emesso ordinanza di non potabilità a causa del “superamento delle concentrazioni di arsenico fissate dal decreto legislativo n. 31/2001, limitatamente alle utenze del capoluogo del Comune”. Non mancano sui social le polemiche da parte dei cittadini che stigmatizzano le “bollette salate” a fronte della non potabilità.
Cosa è successo? La normativa citata prevede che l’acqua per poter essere erogata e consumata non deve sforare il limite di 10 microgrammi per litro. La Asl di Viterbo, che mensilmente controlla la qualità delle acque, il 21 febbraio ha inviato al Comune una nota dalla quale “risulta che i campioni di acqua destinata al consumo umano, prelevati presso la fontana pubblica via Campo Boario hanno un valore misurato superiore ai limiti previsti e cioè 13 mcg/l per il parametro arsenico”. Sempre la Asl ha al contempo invitato il gestore, ovvero Talete spa, ad “adottare i correttivi necessari per riportare i parametri nei limiti di legge”. Nel frattempo, però, il sindaco ha emesso il provvedimento di non potabilità “a salvaguardia della pubblica salute”.
Ecco le regole da seguire: acqua del rubinetto vietata per cottura, reidratazione e ricostituzione di alimenti, ma anche per la preparazione di alimenti e bevande.
Tre le autobotti per la distribuzione di acqua potabile messe a disposizione da Talete: una in piazza Santa Maria Maddalena (piazzale antistante la chiesa di San Francesco); una seconda nel parcheggio Campo Boario; la terza nel parcheggio in località Madonnina, vicino alla fontana di distribuzione acqua.