Per arrivare a questa conclusione sono state monitorate 80.182 persone della comunità Kailuan di Tangshan, in Cina, per un periodo di sei anni. È emerso tra l'altro che il tè verde mostrava un effetto leggermente più forte di quello nero, ma entrambi sono risultati ricchi di polifenoli e catechine, due composti antiossidanti riconosciuti per le loro proprietà antinfiammatorie.
Il legame tra un maggiore consumo di tè e diminuzioni inferori del colesterolo Hdl è apparso più pronunciato negli uomini e nelle persone over 60 che presentavano in genere fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiache come l'uso di tabacco, un più alto indice di massa corporea e bassi livelli di attività fisica. Ci sono però alcune limitazioni relative allo studio di cui tenere conto secondo l'American Heart Association che lo ha diffuso. Ad esempio, i risultati si basano su informazioni auto-riferite sul consumo settimanale o mensile di tè e mancano anche dati dietetici chiave, come ad esempio dettagli sull'assunzione di frutta, verdura, carne e cereali integrali
© RIPRODUZIONE RISERVATA