Coronavirus, gli esperti: «Si consolida il rallentamento, nei prossimi giorni fase di discesa»

Coronavirus, gli esperti: «Il rallentamento dei casi positivi si consolida» Sileri: «Picco tra 7-10 giorni, più tamponi»
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Lunedì 30 Marzo 2020, 13:07 - Ultimo aggiornamento: 13:56

Si va consolidando il ritmo con il quale stanno rallentando in Italia i casi positivi al coronavirus SarsCoV2. Si va quindi verso una sorta di plateau e la fase di discesa potrebbe iniziare nei prossimi giorni. Lo indicano i fisici che curano la pagina Facebook Coronavirus-Dati e analisi scientifiche, rilevando che «il punto è la velocità con cui la curva scenderà: questo dipenderà dall'efficacia delle misure di contenimento». La riapertura delle attività «va programmata, altrimenti non se ne può parlare», afferma a Rainews24 il virologo dell'Università di Padova Andrea Crisanti, secondo cui bisogna ad esempio fornire di dispositivi di protezione gli operai delle aziende e la diagnosi deve essere accessibile a tutti sia come test sia in termini di tamponi. Non si può cioè, mandare le persone a lavorare senza fare prima il test per vedere se sono positive».

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Intanto, il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, sul coronavirus spiega: «In queste ore, in cui viviamo un'altalena di speranza ed estrema lucidità per restare fedeli ai dati epidemiologici la curva dei contagi cresce ma si mostra più lineare, regolare. Questo vuol dire che, con i numeri a disposizione e le elaborazioni di virologi ed epidemiologi, possiamo aspettarci il raggiungimento del picco nel giro di 7-10 giorni e, ragionevolmente, la diminuzione del contagio».

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L'aumento del
«numero dei tamponi - prosegue Sileri - , per usare una parola che tutti conosciamo e che rimarrà nella nostra memoria, rappresenta la direzione giusta da seguire. Lo ribadisco da diversi giorni e la scelta di incrementare il numero dei test è stata portata a regime: i tamponi, o comunque i test diagnostici, per individuare i positivi, vanno condotti su tutte le persone esposte e/o venute a diretto contatto con una persona colpita dal virus» afferma Sileri che mette al primo posto la necessità di fare tamponi al personale sanitario «ad essi devono essere rivolti screening anamnestici da altri medici competenti, per verificare e tracciare che all'inizio e alla fine del turno di lavoro, possano essere insorti dei sintomi aspecifici o specifici». Poi ci sono le altre categorie di lavoratori da sottoporre a test regolari e ciclici: le forze dell'ordine, i farmacisti, gli addetti nei supermarket; i giornalisti, ovvero tutti coloro che hanno un'esposizione al pubblico frequente e regolare sempre sulla guida di un medico competente.
 

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