Coronavirus, lo studio: «Pandemia di 2 anni». Per ogni infettato 5 asintomatici

Coronavirus, lo studio: «Pandemia di 2 anni». Per ogni infettato 5 asintomatici
di Mauro Evangelisti
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Mercoledì 18 Marzo 2020, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 19 Marzo, 16:56

Un esercito di asintomatici è già presente nelle nostre città. E questa pandemia rischia di durare due anni. Sono le conclusioni di due diverse fonti che fanno nuova luce sull'emergenza coronavirus. Partiamo dal tema della durata. Secondo l'istituto tedesco Robert Koch «la pandemia da coronavirus, potrà durare due anni, senza le misure di contenimento nel giro di pochi mesi milioni di persone saranno contagiate; il vaccino sarà pronto in poche settimane, ma un vaccino va testato, e questo processo dura del tempo».

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Altro dato: si conferma, inoltre, che il 96,5 per cento delle vittime - si legge nell'ultimo report dell'Istituto superiore della sanità - sono ultra sessantenni, ma questo non deve in alcun modo influenzare i nostri comportamenti e non solo perché i reparti di terapia intensiva, soprattutto in Lombardia, sono pieni di persone giovani. Fin qui c'è il ritratto dei pazienti del coronavirus con le conseguenze più gravi, mentre le ricerche svolte in Corea del Sud dove sono stati eseguiti tamponi anche a chi non appariva malato aggiungono altro: tra i giovani c'è una foltissima schiera di asintomatici.

I NUMERI
E ieri una ricerca pubblicata sulla rivista Science, condotta da scienziati dell'Imperial College di Londra e coordinata da epidemiologi della Columbia University a New York, ha messo in guardia sul numero altissimo di asintomatici che potremmo già avere in Italia: per ogni caso di Covid-19 è plausibile che vi siano altri 5-10 casi non individuati; hanno in genere sintomi più leggeri e sono di per sé meno contagiosi (la metà, il 50 per cento, dei casi confermati), ma sono nel complesso responsabili addirittura di quasi l'80 per cento di tutti i nuovi casi di infezione. Se è vera la conclusione di questo studio, che spiega come mai sia stata così rapida la diffusione del contagio in Lombardia, vorrebbe dire che in Italia vi sono dai 150mila ai 300mila positivi in totale, in grande maggioranza asintomatici e dunque inconsapevoli.
 


INSIDIE
Qual è il rischio? Inizialmente gli esperti hanno sempre detto che la persona asintomatica (colui che sta bene ma è positivo) è poco contagiosa, ma è evidente che su numeri molto alti anche quel «poco» ha un effetto moltiplicatore devastante per la trasmissione del virus. Il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano, osserva: «Questa cosa evidenzia che un bel po' di persone hanno già superato il coronavirus senza saperlo e che i dati con cui abbiamo a che fare sono molto più elevati».

Ma c'è un paradosso: «Se in giro, a Milano ad esempio, ci sono molti asintomatici o persone che sono state positive anche se ora non lo sono più, da una parte è più complicato fermare la diffusione dell'epidemia, dall'altra potrebbe volere anche dire che vi è un segmento della popolazione che ha già superato il problema, che ci avviciniamo al famoso effetto gregge di cui parlava Boris Johnson. Ma è troppo presto per arrivare a conclusioni, in questa vicenda ormai è evidente che serve estrema prudenza». In queste ore c'è comunque una cosa certa: dobbiamo tutti rispettare le regole per frenare la diffusione del virus.

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