I più facili da stanare sono quelli che la carie si azzardano a curarla nei sottoscala dei condomini, oppure all’interno di garage o altri locali fatiscenti. Più complicato è riconoscere invece quelli che la truffa l’hanno studiata molto meglio, nei minimi dettagli: targhetta dorata in bella vista, attestati di laurea attaccati alle pareti e poltroncine comode per il malcapitato di turno. Il fenomeno dell’abusivismo odontoiatrico, cioè quello dei finti dentisti che promettono di far passare ogni dolore e che propongono protesi innovative ma fuori da ogni norma, non accenna a fermarsi. Anzi, forse dilaga.
I CONTROLLI
Negli ultimi due anni, i carabinieri del Nas (Nucleo antisofisticazioni e sanità) hanno effettuato 1.329 controlli e hanno individuato 329 situazioni considerate «non conformi»: nel 2021, su 746 controlli, gli odontoiatri abusivi si sono beccati qualcosa come 330 mila euro di sanzioni amministrative e nel 2022, al termine dei 583 controlli che i militari hanno fatto scattare in tutte le regioni italiane, le multe sono arrivate a quota 450 mila euro.
IL SOTTOBOSCO
Quantificare nei dettagli le dimensioni del fenomeno dell’abusivismo odontoiatrico: la Commissione Albo Odontoiatri dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri stima che i dentisti fasulli siano tra i 15mila e i 20mila. Gli iscritti regolarmente all’albo sono invece 64mila. «Si tratta di numeri che noi non possiamo dare per certi con sicurezza perché sono legati a fenomeni di abusivismo e di malaffare», spiega Carlo Ghirlanda, presidente dell’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi). Il problema è che dietro le truffe dei finti dentisti non si nascondono più personaggi sprovveduti che operano a basso costo, ovviamente di nascosto, dopo una giornata trascorsa magari a fare il portiere o il falegname. Sembra paradossale ma è successo per davvero. «In questi casi, che per fortuna sono sempre di meno – precisa Ghirlanda – i pazienti sono ben consapevoli che si tratta di un abusivo che fa tutt’altro nella vita. Ma non potendo sostenere le spese per andare dal dentista si rivolgono a qualcuno, senza alcun tipo di competenza, che possa aiutarli a risolvere il problema, ignorando persino i gravissimi rischi che possono correre. È una scelta pericolosa che capita più spesso nei centri più piccoli del Paese». Inutile dire che i finti dentisti che di professione fanno il macellaio o il custode di un palazzo di solito non hanno davanti una lunga carriera: sprovveduti e poco organizzati, alla fine finiscono per essere scovati senza grandi sforzi. A preoccupare le autorità sanitarie sono soprattutto i clandestini che però si mimetizzano meglio, riuscendo persino a farsi assumere negli studi medici pur senza aver alcun titolo di studio. «Oggi alcune società, dietro una maschera giuridica valida, nascondono in realtà situazioni di abusivismo – precisa il presidente dell’Andi - Ci sono per esempio medici odontoiatri che fanno da prestanome e appaiono come i titolari di strutture dove lavora invece qualcun altro». In sostanza, la targhetta in bella vista porta il nome del medico vero, ma ad operare i pazienti sono magari odontotecnici o comunque personale non qualificato.
I PAZIENTI
Cadere nella trappola, specie in questi ultimi casi, è fin troppo facile. Salvo poi ritrovarsi con interventi malriusciti o peggio ancora ad affrontare terapie farmacologiche inappropriate e a fare i conti con infezioni che possono diventare anche molto gravi. Eppure, con la riforma del 2018 sulle professioni sanitarie i falsi medici ora rischiano grosso: per chi esercita abusivamente sono previste aggravanti speciali. Il nuovo articolo 348 del codice penale prevede, infatti, la reclusione da sei mesi a tre anni e la multa da 10 a 50mila euro per i camici bianchi clandestini. Non solo. È prevista anche la confisca dei beni che sono stati utilizzati per commettere il reato. «Con la legge Lorenzin del 2018 la situazione si è modificata positivamente rispetto al passato – precisa Ghirlanda - Oggi essere condannato per abusivismo professionale significa rischiare una pena non indifferente. E in più mentre prima il bene dove si svolge l’abuso, ossia l’appartamento, veniva sequestrato, ora è prevista direttamente la confisca». Ma evidentemente non basta. «Servono comunque più controlli – ammette Ghirlanda – È importante, poi, che i pazienti si informino meglio prima: è necessario chiedere sempre il nome del medico che si propone di curarci o del direttore sanitario del centro. E poi diffidare da chi propone interventi a basso costo».