Covid 19, lo pneumologo: «La prima malata di Roma di nuovo ricoverata, tamponi falsi negativi»

Covid 19, lo pneumologo: «La prima malata di Roma di nuovo ricoverata, tamponi falsi negativi»
di Raffaella Troili
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Venerdì 10 Aprile 2020, 09:37 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 11:39

Ancora la discesa non è consolidata. Professor Giovanni Galluccio, direttore di Broncopneumologia ed endoscopia toracica del San Camillo, come interpreta questo momento?
«Cominceremo a dire che stiamo andando bene quando il numero dei guariti e dei morti totali sarà superiore ai nuovi malati, perché comincerà a diminuire quella specie di serbatoio di positivi da cui nascono i ricoveri in terapia intensiva e i morti».

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Siamo ancora lontani dal cessato pericolo.
«La tendenza della curva è bassa, quasi piatta, il che non significa per forza scendere in questo momento, i malati aumentano in modo dolce, si è in grado di fronteggiarli. Ci aspettiamo, di qui alla prossima settimana di cominciare ad avere malati che hanno superato le 2 settimane di ricovero e che siano dimessi».
Ora da voi al San Camillo è ricoverata la prima malata romana, Stefania Giardoni, dimessa e poi di nuovo positiva.
«E' una malattia nuova di cui si sa poco. L'ipotesi più valida secondo me è che quelli della signora siano stati due falsi tamponi negativi, la seconda meno probabile è che stiamo vedendo malati molto lenti a sviluppare un'immunità e che potrebbero reinfettarsi se non sviluppano anticorpi. L'ipotesi più verosimile è che fosse un falso negativo. Non è ancora uscita dalla malattia, deve avere tanta pazienza, la manderemo in giro quando non sarà più contagiosa».
 



Come vede la situazione?
«Sono fiducioso, speranzoso, c'è meno pressione, si comincia ad avere qualche posto libero nei reparti. Quando cominceremo a vedere numeri in negativo lo sarò ancor più, meno pazienti positivi ci sono, migliore è la situazione».
Come comportarci?
«Tutti i cittadini dovrebbero indossare la mascherina, se lo facessero per una forma collettiva di responsabilità coloro che sono positivi ma non lo sanno non costituirebbero un rischio per gli altri. Sarebbe più facile arrivare alla fine in attesa di un vaccino. Il problema è evitare nuovi picchi, saremo noi a doverci proteggere dagli altri Paesi, siamo 15/20 giorni avanti a tutti nel male e nel bene, corriamo il rischio di reinfettarci, le frontiere dovranno restare chiuse in entrata».
Tutti in attesa della fase 2.
«Ma riguarderà molto poco i cittadini, piuttosto le imprese, le fabbriche. Quanto a noi speriamo di chiudere uno alla volta tutti i reparti, per una volta saremo contenti».

 

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