Ogni volta che un'Amministrazione lascia la Casa Bianca, il 20 gennaio, le squadre degli arredatori entrano come un tornado e lavorano in fretta e furia, mentre tutto il personale è fuori ad assistere alla parata e al giuramento del nuovo presidente. Sono ore di lavoro frenetico, ma sono in genere state preparate nei due mesi e mezzo della transizione, quando l'Amministrazione uscente garantisce l'accesso ai futuri inquilini e ai loro arredatori, perché possano prendere le decisioni del caso. Tutto ciò non sta succedendo, con Trump che non ammette la sconfitta e tiene le porte della magione presidenziale ben chiuse. Ma nel circolo degli amici della nuova coppia presidenziale le previsioni di come sarà la Casa Bianca in versione Biden circolano già da vari giorni. E come prima cosa, molti sono pronti a scommettere che Joe vorrà immediatamente riparare a uno sgarbo che Trump ha fatto al suo ex boss, Barack Obama, il cui ritratto ufficiale non è mai stato appeso alla Casa Bianca, contrariamente a una tradizione che risale ai primi anni della Repubblica. Quando il quadro è stato finito, lo scorso maggio, Trump ha fatto finta di niente.
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LO STERMINATORE
Si prevede anche che Joe Biden invece staccherà dalle pareti il ritratto di un altro presidente, quell'Andrew Jackson che Trump tanto ammira, ma che è passato alla storia come lo sterminatore degli indiani.
VARIETÀ ETNICA
Ma sarà anche una Casa Bianca molto varia etnicamente. Non solo c'è la probabilità che il nuovo Gabinetto presidenziale sia a metà fatto di donne, ma sarà di sicuro composto da diverse etnie. Lo stesso circolo di amici della coppia è estremamente vario, e Jill ha voluto dare un'idea delle sue preferenze quando nella notte della conferma della vittoria è comparsa indossando un abito a fiori della casa Oscar de la Renta che è oggi nelle mani di due stilisti, Fernando Garcia e Laura Kim, entrambi immigrati, una dalla Corea del sud e l'altro dalla Repubblica Dominicana. Nei social c'è un appello perché i Biden ripristino il Giardino delle Rose e lo riportino all'aspetto che aveva prima che Melania lo cambiasse da cima a fondo. La nuova versione del giardino non piace a nessuno, anche se a difesa di Melania c'è da dire che a consigliarla sono stati degli storici che l'hanno voluto riportare all'aspetto che aveva nel 1913, l'anno in cui furono chiuse le stalle e lo spazio fu lasciato libero. Il lavoro di riparazione però dovrà attendere fino alla primavera. In compenso, Jill è felice di poter lavorare nell'orto, quello che aveva creato Michelle Obama e che Melania è riuscita a salvare dall'antipatia che il marito nutre per ogni cosa che porta la firma degli Obama.