Gli elettrodi sono stati impiantati chirurgicamente nella corteccia somatosensoriale, un'area del cervello che governa le sensazioni corporee, sia quelle che permettono di capire i movimenti del corpo e la sua posizione nello spazio, sia quelle cutanee come pressione, vibrazione, tocco e così via. I ricercatori hanno stimolato i neuroni dell'area attraverso piccolissimi impulsi elettrici, permettendo al paziente di provare diverse sensazioni molto simili a quelle naturali, che variavano in tipo, intensità e posizione a seconda della frequenza, della potenza e della localizzazione degli impulsi.
Nel futuro i ricercatori sperano di realizzare una sorta di «dizionario» della stimolazione e delle sensazioni corrispondenti, stabilendo la posizione migliore per gli elettrodi e il modo migliore per collocarli e per indurre le sensazioni volute. «Il prossimo passo sarà integrare questa tecnologia con quella degli arti robotici», afferma Andersen. «Al momento i pazienti possono avvalersi solo della vista per manovrarli, ma quando si afferra un oggetto è essenziale anche il senso del tatto».
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