Il primo compito è stato progettare e creare orecchie umane stampate per bambini con difetti congeniti come la microtia che altrimenti richiederebbero complessi interventi chirurgici. Nella sperimentazione iniziale l'equipe guidata dallo specialista di otorinolaringoiatria dell'ospedale Payal Mukheriee, ha prelevato le cellule staminali dalla cartilagine scartata, per usarla nello sviluppo del bioinchiostro. Il passo successivo sarà di usare le cellule staminali dei piccoli pazienti per far crescere la cartilagine auricolare e poi stampare un orecchio su misura rispetto l'anomalia e per le caratteristiche facciali.
Nel frattempo sono partite le sperimentazioni della stampante su animali, con l'obiettivo di rendere la tecnologia commercialmente valida entro due o tre anni.
Il direttore del Centro di eccellenza per l'elettromagnetica dell'università, Gordon Wallace, ha detto all'emittente nazionale Abc che lo sviluppo del giusto bioinchiostro, combinato con una biostampante adatta, segnerà un importante passo avanti. «Sarà necessario assicurare la compatibilità e anche proteggere le cellule vive durante il processo di stampa. E inoltre assicurare che le cellule siano nel giusto ambiente dopo la stampa per sviluppare il tipo di tessuto e le cellule che si desiderano», ha aggiunto.
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