Pane viola ricco di antiossidanti prodotto dall'università di Pisa

Pane viola ricco di antiossidanti prodotto dall'università di Pisa
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Sabato 16 Giugno 2018, 22:15 - Ultimo aggiornamento: 22:49
Un pane viola a lievitazione naturale, con tre super ingredienti che lo rendono un prodotto in grado di coniugare gli elementi dell'innovazione e quelli della tradizione: è nato Well-Bred, il pane dal caratteristico colore dato dalle patate viola, ricco di antiossidanti, a prolungata conservabilità e adatto a consumatori con esigenze particolari.

Il prodotto è il frutto degli studi del gruppo di Tecnologie alimentari, in collaborazione con alcuni ricercatori di Biochimica agraria dell'Università di Pisa, in particolare della laureanda Anna Valentina Luparelli e della dottoranda Isabella Taglieri, coordinate dalla loro professoressa Angela Zinnai. Il pane viola è stato uno dei progetti che ha partecipato alla finale del PhD+, il corso dell'Università di Pisa che insegna a pensare innovativo e a trasformare le idee in impresa.
«Well-Bred rappresenta un prodotto in grado di sintetizzare una serie di aspetti positivi per un alimento, quali l'elevato valore nutraceutico, le migliorate caratteristiche tecnologiche e sensoriali, nonché la maggiore sostenibilità ambientale» spiegano le ricercatrici che dicono di aver scelto il nome Well-Bred (cresciuto bene), giocando sull'assonanza con il termine bread (pane), per valorizzare allo stesso tempo le sue caratteristiche altamente salutari.

I tre
super ingredienti utilizzati sono il lievito madre, antiossidanti naturali e pectine.
Inoltre, questo pane a lievitazione naturale è stato prodotto sostituendo parte della farina con un'equivalente aliquota di patate viola liofilizzate (Vitelotte) che conferisce al prodotto finale un peculiare colore viola associato a un maggior livello di composti antiossidanti. Infine le pectine, sostanze naturali contenute nella buccia della frutta, che essendo in grado di assorbire acqua, garantiscono migliore struttura, sofficità e serbevolezza del prodotto finale. Questi composti possono essere ricavati da altre filiere alimentari, come ad esempio quella dei succhi di frutta, contribuendo a ridurre e valorizzare gli scarti di produzione.
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