«Abbiamo a disposizione moltissimi dati: la sfida che tutti dobbiamo affrontare è analizzarli, inserirli in un contesto e interpretarli per metterli a servizio della salute della popolazione», spiega il rettore. «Questo progetto potrà offrire la migliore possibilità di cura a tutti coloro che si rivolgono alle strutture universitarie diffuse sul territorio, in primis Umberto I e Sant’Andrea, ma anche il Polo di Latina - aggiunge Sebastiano Filetti, preside della Facoltà di medicina - consentendo di indirizzare i pazienti verso la terapia più appropriata».
L’Istituto – che comincia la sua attività questo mese - sarà collettore delle informazioni e favorirà l’accesso dei pazienti alla sperimentazione dei farmaci che abbiano superato la fase pre-clinica. «Vogliamo che l’umanizzazione delle cure non sia solo uno slogan - sottolinea Paolo Marchetti, tra i promotori del progetto - e crediamo che in questo senso sia importante fornire indicazioni su quale centro oncologico in Italia possa offrire le terapie più adatte a ciascuno, e anche concordare appuntamenti e visite mirate».
Presentata anche la “CAR T-cell therapy”, una strategia messa a punto negli Stati Uniti e in via di sperimentazione in Europa, che sbarca ora alla Sapienza. «Prevediamo di poter iniziare a trattare i primi pazienti entro la fine dell’anno - commenta Robin Foà, direttore dell’Ematologia della Sapienza - Si possono ottenere risultati estremamente importanti attraverso l’infusione di cellule immunitarie CAR-T ingegnerizzate e più in generale grazie a trattamenti mechanism-driven e personalizzati».
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