«Il virus penetra nelle cellule tumorali e le uccide azionando una proteina del sistema immunitario del paziente - spiega - e stimola altre cellule del sistema immunitario ad attaccare il tumore», che normalmente non viene attaccato dalle difese del corpo e per questo è definito “tumore freddo”. Infatti le cure attualmente in uso per questo tumore sono o invasive (la chirurgia) o molto tossiche e il rischio di recidive è sempre alto. Gli esperti hanno somministrato il virus a 15 pazienti direttamente in vescica attraverso un catetere, una settimana prima di procedere con la chirurgia.
È emerso che il virus, oltre a uccidere direttamente il tumore infettando le cellule malate, stimola il sistema immunitario ad attaccare il male. «La riduzione della massa tumorale e la morte delle cellule malate è stata osservata in tutti i pazienti - sottolinea Pandha - e appena dopo una settimana dal trattamento il tumore è completamente scomparso in un paziente, mostrando l'enorme potenziale di questa cura> Peraltro, cosa notevole, non sono stati osservati effetti collaterali della cura.
Servirà ora confermare il dato su altri pazienti, conclude Pandha; l'obiettivo è anche quello di affiancare al virus l'immunoterapia che finora è stata preclusa per questo tumore 'freddo'.
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