Chi si occupa di antiterrorismo è certo nel dire che «l’accelerazione dal punto di vista della radicalizzazione a volte è molto breve e anche poco palpabile» poiché «avviene magari online, sul web, o si manifesta per situazioni di malessere “individuali”». Come ad esempio accaduto qualche giorno fa a Milano quando un uomo, con in mano una copia del Corano, è stato fermato e sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio.
Quanto accaduto in Francia e in Belgio finora non ha riverberi su scala romana.
La presenza islamica a Roma è un dato di fatto ma ciò che preoccupa e per cui si è intensificato il monitoraggio è l’eventuale azione del singolo. Il “battitore libero” che slegato dal sistema delle “cellule” potrebbe entrare in azione. Il rischio dunque di emulazione spinto da una condizione personale di malessere e alimentato dall’autoradicalizzazione è ciò su qui si sta focalizzando l’attenzione. Motivo per cui gli uomini dell’Antiterrorismo sono da giorni impegnati nella verifica anche dei canali virtuali nonché delle transazioni finanziarie. Sotto controllo anche il comparto universitario.