Meta Platforms, la società che possiede Facebook e Instagram, è stata citata in giudizio da un gruppo di 42 Procuratori Generali statunitensi che la accusano di creare dipendenza tra bambini e adolescenti, i quali verrebbero danneggiati da una serie di funzionalità con un impatto negativo sulla salute mentale dei più giovani.
"Scorrimento infinito" e algoritmi: le funzioni sotto accusa
Non è la prima volta che Facebook e Instagram finiscono sotto accusa per la loro capacità di creare dipendenza, ma ora, riporta la Cnbc, il fatto che gli Stati Usa che hanno citato in giudizio Meta siano trasversalmente a guida sia democratica che repubblicana, dimostra come ci sia un sostegno bipartisan e una forte volontà comune di riformare il colosso tecnologico.
Secondo alcuni documenti presentati in un tribunale federale della California, le funzioni nel mirino dei Procuratori generali riguardano la progettazione stessa degli algoritmi di Meta, inclusi avvisi, notifiche e e il cosiddetto scorrimento infinito dei feed tanto di Facebook che di Instagram. Secondo i Procuratori degli Stati Usa, «Meta ha progettato i suoi prodotti Facebook e Instagram per mantenere i giovani utenti più a lungo e per farli ritornare ripetutamente», con un impatto negativo sulla salute mentale degli adolescenti «attraverso il confronto sociale o la promozione della dismorfia corporea, come i “Mi piace” o i filtri fotografici».
Breaking news: Forty-one states and the District of Columbia are suing Meta on Tuesday alleging the tech giant harms children by building addictive features into Instagram and Facebook. https://t.co/Htf6IpK94M
— The Washington Post (@washingtonpost) October 24, 2023
Ma non finsce qui: la causa federale intentata contro Meta accusa la società di aver violato il Children’s Online Privacy Protection Act (COPPA) raccogliendo dati personali di utenti sotto i 13 anni senza il consenso dei genitori.
I precedenti
Già nel 2021 l’ex dipendente di Facebook Frances Haugen suscitò scandalo a livello internazionale per aver fatto trapelare documenti interni dell’azienda nei quali emergevano una serie di dati sull’impatto di Instagram sugli adolescenti: in particolare, una ricerca rivelava che «il 32% delle ragazze adolescenti ha affermato che quando si sentivano male con il proprio corpo, Instagram le faceva sentire peggio».