Coronavirus: il ricercatore 29enne italiano contagiato: «Mi sento tranquillo»

Coronavirus: il ricercatore 29enne italiano contagiato è asintomatico: ha febbre e congiuntivite
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Venerdì 7 Febbraio 2020, 15:32 - Ultimo aggiornamento: 16:37

Coronavirus, è un ricercatore di 29 anni il primo italiano contagiato dal virus a Wuhan e ora ricoverato allo Spallanzani di Roma dopo essere stato alcuni giorni in quarantena alla Cecchignola con gli altri 55 connazionali rientrati dalla città cinese dove si ritiene si sia sviluppato il virus. «Sto bene, mi sento tranquillo. Al
momento non ho nessun disagio particolare», sono le parole, secondo quanto appreso dall'Ansa, riferite agli altri italiani in quarantena dal ragazzo italiano, originario di Luzzara, nel ReggianoIl giovane, spiegano i medici, è asintomatico: ha una leggera febbrecongiuntivite. Il 29enne fa il ricercatore negli Stati Uniti. Secondo quanto appreso si trovava in Cina a Wuhan per una vacanza in occasione del Capodanno cinese, insieme alla sua fidanzata, una ragazza cinese della zona, prima di essere rimpatriato insieme agli altri italiani.

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La famiglia del ragazzo da questa mattina, dopo aver scambiato alcune parole col sindaco di Luzzara, si è chiusa nel silenzio. Raggiunto telefonicamente, il padre fa sapere con un messaggio che «in accordo» col figlio non rilascia «alcuna dichiarazione».

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Il parroco di Lazzara: «Il ragazzo non è qui da anni». Il ricercatore 29enne ricoverato all'Istituto Spallanzani di Roma perché positivo al coronavirus, dopo un viaggio a Wuhan, non vive più da anni nel suo paese di origine, Luzzara, meno di novemila abitanti in riva al Po nel Reggiano, al confine con la provincia di Mantova. «Io sono qui da nove anni e non l'ho mai visto», dice il parroco della chiesa di San Giorgio, don Piergiorgio Torreggiani, che questa mattina ha inviato un messaggio di vicinanza ai genitori del giovane. «Sono persone impegnate in parrocchia, conosciute e inserite nella comunità. Ho scritto al padre per dirgli che gli siamo vicini e preghiamo per loro», aggiunge il sacerdote. Il 29enne, infatti, ha lasciato Luzzara ai tempi dell'università e fatto il ricercatore negli Stati Uniti. Nel Reggiano «tornerà una o due volte all'anno, come tante altre persone che sono nate qui ma che sono andate via», dicono nel bar della piazza Ermes Ferrari, dove si trova la torre civica, uno dei simboli del piccolo centro, insieme al luccio, presente in cima proprio alla torre e anche nello stemma comunale. I residenti hanno saputo che il primo contagiato dal nuovo coronavirus era un proprio concittadino ieri sera, quando la notizia ha iniziato a diffondersi via social. Su un gruppo online di Luzzara in tanti fanno gli auguri di guarigione al giovane ed esprimono vicinanza alla famiglia che ha scelto invece il silenzio.

Italiani alla Cecchignola in agitazione, poi tranquilli. «Momenti di agitazione» tra le 55 persone in isolamento alla Cecchignola quando è stato loro comunicato che il ragazzo trasferito allo Spallanzani è risultato positivo al Coronavirus, ma poi sono state fornite comunicazioni sulla situazione e sul «rischio bassissimo» di contagio e «il clima è tornato più tranquillo». È a quanto si apprende da fonti vicine a una delle 55 persone in quarantena nella struttura militare. A prevalere è soprattutto «la noia», perché «le giornate sono lunghe». Viene inoltre confermato che le 55 persone, quando escono dalle proprie stanze, indossano tutte gli strumenti protettivi.
 
 
 

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