Mamma 33enne contrae il Covid19 all'ottavo mese di gravidanza: i medici salvano il bimbo, lei muore

Mamma 33enne contrae il Covid19 all'ottavo mese di gravidanza: i medici salvano il bimbo, lei muore
di Federica Macagnone
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Mercoledì 8 Aprile 2020, 19:35 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 10:58

La corsa in ospedale, il ricovero e, in pochi giorni, la vita di una giovane famiglia che viene stravolta per sempre. Per Viviane Albuquerque, fisioterapista di 33 anni e mamma di due gemelline di 5 anni, e il compagno Erik Silva doveva essere il periodo più bello della loro esistenza: la coppia, che viveva a Recife, in Brasile, si stava preparando all'imminente nascita del loro figlio.

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Una felicità andata in frantumi quando il Covid-19 è entrata nella loro famiglia, uccidendo giorno dopo giorno Viviane: i medici sono riusciti a salvare il piccolo, ma la giovane mamma non ce l’ha fatta. L’incubo per la donna, alle trentaduesima settimana di gravidanza, è iniziato lo scorso 28 marzo, quando è stata ricoverata con sintomi da coronavirus all’ospedale Unimed. Il primo aprile il risultato del tampone ha confermato che Viviane era positiva al Covid-19 e i medici hanno deciso di trasferirla in terapia intensiva. Ma il 3 aprile le sue condizioni sono precipitate: è stata intubata e il giorno successivo i medici hanno deciso di far nascere con un taglio cesareo il suo bimbo. Viviane, invece, non ha mai riaperto gli occhi e non ha mai visto il suo piccolino: è morta poche ore dopo essere stata sottoposta all’intervento.

Il bimbo ora è in condizioni stabili. Secondo il quotidiano locale Folha de Pernambuco il neonato pesa 2 chili e ha subìto un arresto cardiaco. Erik Silva, che è in quarantena con le gemelline di cinque anni, ha raccontato che il figlio è in terapia intensiva e le sue condizioni sono stabili: «Lo chiamerò Erik jr, come avevamo deciso. Non posso credere a quello che ci è successo. Viviane era una donna straordinaria, stavamo insieme da quattro anni e non si arrendeva mai. Si sarebbe dovuta laureare a metà anno in giurisprudenza. Non sappiamo come abbia potuto contrarre il virus».

 



 
 
 

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