Finita la stagione estiva iniziano ad arrivare le storie di chi ha vissuto delle vacanze da incubo. C’è chi si rivolge alle associazioni di tutela dei consumatori e chi invece decide di fare da solo. Come Waldemar Potoczny, perugino d’adozione, che in compagnia di un amico si è ritrovato in uno sfortunato viaggio in Sicilia e ha deciso di andare dai carabinieri di Trapani. A testimonianza, ha anche lasciato le fotografie di quello che ha trovato nella struttura turistica che aveva prenotato.
Una vacanza da dimenticare. La vacanza da incubo di Waldemar inizia il 23 agosto, quando raggiunge Favignana dove avrebbe dovuto soggiornare fino al 28 in uno dei centri vacanze della zona. Tutto secondo i piani della vacanza prenotata a giugno tramite un’agenzia di viaggi di Bologna, dopo aver visto le foto della struttura che l’avrebbe ospitato. Sbarcato sull’isola, e raggiunta la struttura, racconta come, entrando nella stanza 51 si è accorto che non corrispondeva alle foto viste sul web.
«La stanza aveva la porta d’ingresso in legno marcia nella parte bassa, i copriletto erano macchiati, il piatto doccia, visibilmente vecchio, era sporco di capelli e peli, la televisione era rotta e l’aria condizionata era centralizzata» ovvero comandata dalla reception e attiva solo in alcuni orari. Waldemar Potoczny ha portato le proprie lamentele alla direzione della struttura che gli ha dato un’altra stanza, la n.38, posta in un altro stabile. «Aprendo la porta della nuova stanza – continua il racconto – la maniglia mi è rimasta in mano, il piatto doccia era ancora più sporco dell’altro, la tv non funzionava e in bagno non c’erano gli asciugamani. Così ho sollecitato la reception di mandare qualcuno che constatasse lo stato effettivo delle stanze, ma non è mai venuto nessuno.
I rubinetti del bagno erano talmente arrugginiti e corrosi che perdevano acqua in continuazione». E poi c’è l’esterno: piante e fiori secchi e non curati e «la piscina del villaggio era sporca e sulle pareti c’era del muschio», oltre all’assenza di campo telefonico in tutto il villaggio.
Alla richiesta di essere rimborsato dell’intero soggiorno (850 euro più la tassa di soggiorno), la struttura ha risposto che avrebbe dovuto rivolgersi all’agenzia di viaggi che, di risposta, ha detto che il denaro era già transitato alla struttura ricettiva.