Il Papa ai preti del Centro: «Roma terra di missione»

Il Papa ai preti del Centro: «Roma terra di missione»
di Franca Giansoldati
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Sabato 4 Maggio 2024, 07:15 - Ultimo aggiornamento: 08:08

Roma terra di missione. Francesco si è presentato puntuale all’appuntamento coi preti del centro storico sulla solita 500 bianca. L’auto ha attraversato il piazzale mentre lui faceva cenni di saluto ad un gruppetto di fedeli sui gradini di Santa Croce in Gerusalemme. La vettura ha poi proseguito veloce oltre il cancello, lasciandosi dietro i rumori del traffico pomeridiano.

Per due ore buone, in una delle sale interne, ha preso vita un incontro informale, a porte chiuse, pensato per lasciare i preti liberi di intervenire allo scambio.

Papa Bergoglio ritiene necessario capire meglio le dinamiche di una Chiesa visibilmente in affanno, chiamata a misurarsi con un tessuto sociale sfilacciato, a tratti indifferente al tema religioso, dove le giovani coppie ormai non si sposano più in chiesa e nemmeno battezzano i propri bambini. «Roma è ormai diventata terra di missione» ha confidato il Papa anche la scorsa settimana ad alcuni ospiti.

CENTRO STORICO

«Con lui abbiamo parlato delle potenzialità delle chiese del centro, non delle problematiche. Naturalmente con uno sguardo al futuro, al Giubileo, all’accoglienza dei pellegrini, dei romani che vengono qui per lavorare. Le chiese del centro non sono morte ma vive e viventi. Bisogna guardare sempre al positivo» ha commentato il parroco di Santa Croce, Alessandro Pugiotto.

Il quadro che preoccupa tutti è la scarsa attrattiva della Chiesa soprattutto tra i giovani, misurabile - di riflesso - sui numeri sempre più risicati delle vocazioni religiose. Un gran bel problema. Solo l’altro giorno Francesco in una lettera ai preti del mondo faceva presente che la Chiesa «non potrebbe andare avanti senza il vostro servizio». Si tratta di individuare per la Città Eterna un cammino in grado di immettere nuova linfa, sprigionare energie, sciogliere tanti cuori. Il coordinatore pastorale per i parroci romani, don Francesco Pesce ammette che ormai non ci sono tanti giovani nelle parrocchie anche se «la sera i ragazzi di Roma sono tutti nel centro storico». Di per sé una grande potenzialità, basterebbe solo riuscire a trasmettere loro la fede. Di questi tempi segnati dalla secolarizzazione galoppante una impresa improba.

BILANCIO

L’incontro di ieri pomeriggio è l’ultimo di una serie di appuntamenti che vanno avanti dall’anno scorso nella speranza di cementare il rapporto diretto con il Vescovo di Roma. Il dialogo diretto è stato avviato con i preti di Primavalle, poi con quelli di Torre Gaia, di Acilia e infine quelli di Casal Monastero. In agenda ha per i preti romani in serbo due appuntamenti riservati proprio a loro: il 14 maggio riceverà tutti i preti senior presenti a Roma con alle spalle almeno 40 anni di sacerdozio, mentre il 29 maggio quelli consacrati da meno anni. Infine il 2 giugno Papa Bergoglio ha deciso di tornare al Laterano per la solenne celebrazione del Corpus Domini in basilica. Negli anni passati era stato criticato da alcuni settori della diocesi per avere dimenticato quel solenne rito. Stavolta, invece, si farà anche la processione verso Santa Maria maggiore. L’annuncio è stato accolto con un bell’applauso.

RUPNIK

La visita a Santa Croce in Gerusalemme arriva dopo lo spostamento (inusuale) del cardinale Angelo De Donatis in curia, assieme a quello del vescovo Daniele Libanori, colui che più di tutti si è battuto per fare chiarezza sull’orribile vicenda di Marko Rupnik, l’ex gesuita accusato di violenze sessuali e psicologiche su diverse donne. Un caso ingombrante che il Papa ha dovuto far riaprire al Dicastero della Fede man mano che venivano allo scoperto vittime che erano state drammaticamente manipolate e abusate per anni.

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