La Asl cerca medici di medicina generale. E questa volta non per sostituire i colleghi andati in pensione negli ambulatori sparsi in provincia. Ne servono, infatti, per potenziare le cure domiciliari tramite le cosiddette Uca, unità di continuità assistenziale, nate in epoca Covid e ora diventate parte integrante della sanità territoriale.
Di cosa si tratta? Di “équipe mobili per la gestione e il supporto della presa in carico di individui o per interventi sulle comunità che manifestano condizioni clinico-assistenziali di particolare complessità in un contesto di comprovata difficoltà operativa”. In pratica, intervengono a domicilio per prendersi cura del paziente quando non è possibile attivare prontamente interventi di assistenza domiciliare, “intervenendo in casi di alta complessità del paziente, per superare i gap tra le fasi della presa in carico e garantendo continuità assistenziale”. Esempi? Effettuare interventi clinici o diagnostici non differibili come ecografie, trasfusioni, terapie infusionali. Un supporto, insomma, sia ai medici di famiglia sia al distretto sanitario.
Lo standard previsto è quello di un medico e un infermiere ogni 100.000 abitanti.
Tra i requisiti richiesti, accanto ai classici per accedere a un bando pubblico, ci sono la laurea in Medicina e chirurgia, oltre all’iscrizione all’ordine professionale. Verranno valutati i titoli ai fini della formazione della graduatoria aziendale di medici da inserire nei team dell’Uca. La domanda, redatta in carta semplice, debitamente firmata e datata, dovrà pervenire all’Azienda esclusivamente a mezzo posta elettronica certificata all’indirizzo Pec prot.gen.asl.vt.it@legalmail.it.