Stuprata un mese dopo il parto, l'amica testimone in lacrime: «Me lo raccontò al telefono»

Con la scusa di portare un regalo ha violentato la trentenne nella sua abitazione

Stuprata un mese dopo il parto, teste in lacrime: «Me lo raccontò al telefono»
di Teodora Poeta
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Martedì 27 Febbraio 2024, 11:39 - Ultimo aggiornamento: 13:14

Le lacrime dell’amica in aula e la sua testimonianza resa con il dolore di chi, oggi, sente il peso di non aver fatto abbastanza per far sì che le cose andassero diversamente quando, invece, erano presumibilmente già successe. «Al telefono mi ha detto che era stata violentata». Sono state queste le parole riferite dall’amica arrivata da Torino di una 30enne teramana che 4 anni fa sarebbe stata abusata da un suo conoscente. Uno stupro avvenuto a un mese dal parto della donna, che aveva un compagno quel giorno fuori al lavoro mentre lei era a casa con il neonato da accudire e lei stessa ancora impegnata nel doversi riprendere anche fisicamente.
A finire a processo un 32enne di Montorio, C.D.D., che secondo l’accusa non si sarebbe fatto alcuno scrupolo a commettere il fatto alla presenza del neonato. A restarle accanto durante questi anni l’ex compagno, con il quale recentemente la relazione è terminata «ma per altri motivi - ha tenuto a chiarire l’uomo - Io stavo lavorando, verso le 14.40 mi chiamò. Aveva la voce distrutta. Mi disse che non era successo nulla ai bambini, ma già al telefono mi avvisò che aveva subito una violenza e mi chiese di tornare a casa». Al suo arrivo, nella loro abitazione c’erano già i carabinieri e i genitori della donna. Fino a quel momento lui non aveva mai sentito parlare di quell’altro uomo. «Non lo conoscevo. Non sapevo chi fosse», ha riferito l’ex compagno della vittima.

L’altro uomo, spuntato quasi dal nulla nella loro vita, in realtà era diventato un amico o piuttosto un conoscente della donna da qualche tempo, dopo che la coppia proprio da lui avevano avuto in regalo una cyclette e insieme erano andati a ritirarla. A quel punto solo la donna e l’attuale imputato erano rimasti in contatto. Ogni tanto era capitato che si fossero scambiati qualche messaggio, ma nulla di più. Dopo la nascita del bimbo, il secondo della coppia, un giorno lui gli aveva detto che gli avrebbe fatto piacere portarle un regalo. E così 4 anni fa lo ha invitato ad andare a casa. Ma prima di andare via il 32enne di Montorio avrebbe abusato della neo mamma con una violenza inaudita. All’uomo, infatti, viene contestato di aver costretto la donna a un rapporto che le avrebbe addirittura causato una piccola lacerazione interna all’altezza dei punti di sutura dovuti al recente parto. Ma lei si è ribellata. Lo ha graffiato. E nonostante questo lui avrebbe continuato bloccandola nuovamente contro il muro e costringendola ancora ad un rapporto, interrotto dalla reazione energica della vittima. Tutto poi denunciato immediatamente alle forze dell’ordine e raccontato anche all’amica di Torino con la quale si sentita telefonicamente. «Ancora oggi lei ha paura di stare da sola – ha sottolineato l’ex compagno della donna davanti ai giudici del collegio (presidente Claudia Di Valerio) – e tal volta perde i sensi».
 

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