Sanità, il San Giovanni Addolorata rivoluziona l'intramoenia grazie ai fondi integrativi

Sanità, il San Giovanni Addolorata rivoluziona l'intramoenia grazie ai fondi integrativi
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Giovedì 23 Aprile 2015, 20:36 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 00:03
La sanità che migliora passa anche attraverso delle piccole rivoluzioni che puntano a riportare i pazienti nelle aziende ospedaliere pubbliche. Da settembre il San Giovanni Addolorata sperimenterà un nuovo sistema di intramoenia che permetterà ai professionisti di esercitare la libera professione in ospedale e ai pazienti di non dover pagare di tasca propria le prestazioni mediche. E questo sarà possibile grazie ai fondi integrativi assicurativi che, dalla loro istituzione, stanno interessando una fetta notevole di popolazione, soprattutto nella Capitale. Solitamente chi dispone di un fondo integrativo, si rivolge per lo più a un privato, sia per le visite ambulatoriali che per le attività di ricovero presso strutture private. Ora, invece, sarà possibile sfruttare tutte le professionalità che operano nel pubblico senza alterare minimante l’equilibrio interno di un ospedale ma garantendo prestazioni al di fuori del consueto orario di lavoro e quindi durante il weekend, nel tardo pomeriggio e persino durante la sera.



Il progetto è stato presentato oggi nella sede dell’azienda ospedaliera ed è stato formulato da Abra group, la rete di imprese esperta nell’erogazione di servizi organizzativi e tecnologici nel settore sanitario. «Nel panorama laziale – spiega la dirigente del San Giovanni, Ilde Coiro – siamo una delle prime realtà a sperimentare questo sistema». «Il nostro obiettivo – prosegue – è quello di poter offrire dei pacchetti assistenziali alla popolazione non come attività alternativa o sostitutiva a quella che eroghiamo, ma integrativa». L’ambizione è anche quella di far tornare molti medici qualificati a esercitare la libera professione nelle strutture pubbliche, dal momento che il sistema classico di intramoenia negli anni «aveva perso il 50% (su 580 medici specialisti appena 170 lavorano al San Giovanni anche in sistema di intramoenia) e noi – prosegue la Corio – avevamo trovato una situazione davvero drammatica, con molti specialisti che erano tornati a svolgere la libera professione fuori dall’ospedale». «La nostra sfida – conclude la Corio – è quella di offrire ai cittadini con copertura assicurativa sanitaria integrativa la possibilità di fruire di prestazioni all’interno di strutture pubbliche e non solo private, a costi contenuti ma con maggiori garanzie».



La partenza del servizio è prevista per il prossimo autunno e interesserà l’attività ambulatoriale del nosocomio, i servizi di diagnostica, le prestazioni di piccola chirurgia in day surgery oltre al reparto di oculistica. Il progetto è in fase di completamento. «Abbiamo partecipato al bando della Regione, Lazio Innova – racconta Andrea Bettini, partner di Abra group – Il progetto è piaciuto e ci hanno finanziato, così siamo partiti con l’operazione: mettere insieme l’eccellenza del pubblico con la capacità dell’assistenza integrativa sanitaria per creare un modello di sostegno e assistenza all’attività libero professionale del settore sanitario pubblico».



In sostanza, con il sistema classico di intramoenia il paziente poteva usufruire delle prestazioni specialistiche all’interno di un ospedale pubblico, pagando, tuttavia, di tasca propria l'intervento o il consulto medico. Con questo nuovo modello integrato, invece, «i cittadini potranno scegliere il professionista cui rivolgersi – conclude Bettini – mentre a pagare la prestazione privata sarà l’ente previdenziale di riferimento o l’assicurazione». Ora non resta che formalizzare le convenzioni, i contratti con i medici e le tariffe, attualmente in fase di negoziazione.