Quarticciolo, ferì un pusher: preso il genero del boss Ciano

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Mercoledì 8 Maggio 2024, 12:28

Pugnalato al fianco per aver “violato” una delle regole della piazza di spaccio. Ovvero quella di prendere le parti di un connazionale che cacciato dallo stesso giro e non venendo pagato aveva rubato un orologio di valore al genero del “boss”. Anche lui era stato una vedetta-palo poi il ritiro e il cambio di “campo”. Così è stato pugnalato e chi lo ha ferito aveva l’intenzione di uccidere quel 19enne tunisino vittima di un agguato nella notte fra il 25 e il 26 aprile scorsi. Dieci ore di lavoro continuo fra i lotti condominiali compresi fra viale Palmiro Togliatti e via Ostuni. Qui, dove la cocaina e l’hashish girano a fiumi nonostante le retate, comanda “Ciano”, al secolo Luciano Marsella, considerato dagli inquirenti uno dei capi-piazza del Quarticciolo e gambizzato per giunta non molto tempo fa. Il genero, ossia il compagno della figlia, Jacopo Civella, lo scorso 25 aprile ha colpito quasi a morte un ragazzo di 19 anni che lavorando per la piazza ne aveva poi preso le distanze perché un suo amico, anche lui tunisino, era stato cacciato e per ripicca senza ricevere il dovuto aveva sottratto un orologio di valore al genero del capo. È lui l’uomo che ieri i carabinieri della compagnia Casilina hanno arrestato con l’accusa di tentato omicidio aggravato a seguito delle indagini partite proprio dopo l’agguato al 19enne.

LE INDAGINI

Se formalmente, hanno accertato le indagini dei militari coordinati dalla procura, Civella è l’aggressore del tunisino lo stesso per conto del suocero sovrintendeva lo spaccio in una delle piazze del quartiere.

Compiti precisi, come quello di pagare i pusher o le vedette, ma punire anche chi all’occorrenza, come pure è accaduto, per un motivo o per l’altro violava le regole tacite ma pur ben conosciute. A chiudere il cerchio sul genero del boss anche i riscontri che i carabinieri hanno svolto con diversi testimoni. A partire dal primo che la sera del 25 aprile ha chiamato i soccorsi. A delineare il quadro sono stati anche gli amici del tunisino che proprio a pochi minuti dall’agguato gli si sono raccolti intorno nel tentativo di salvarlo. Uno di loro ha anche raccontato che la vittima avrebbe sottratto 700 euro a Civella mentre un altro ha visto anche “Ciano” affacciato alla finestra mentre urlava al genero di fuggire perché il tunisino seppur ferito si era tolto il coltello dal fianco e sembrava intendo a difendersi prima di cadere a terra. Su questo tuttavia e in generale sul movente sono ancora in corso le verifiche. Il 19enne fu trasferito d’urgenza al policlinico Casilino dove fu operato e ricoverato poi in Terapia intensiva. Per giorni non ha potuto parlare fino a che, sciolta la prognosi, ha confortato quello che i carabinieri avevano già raccolto. Un agguato per vendetta e per far capire in sostanza che nessuno può essere “amico” di chi pesta i piedi al capo o a suo genero.

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