La duna viene sbancata durante i lavori: il Comune ordina l’immediato ripristino

La duna viene sbancata durante i lavori: il Comune ordina l’immediato ripristino
di Antonello Fronzuto
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Venerdì 10 Maggio 2024, 08:20

Il Comune ha ordinato ieri alla società concessionaria dello stabilimento balneare “La nave di Serapo” il ripristino immediato del manto sabbioso nel tratto tra il ristorante “Cycas” e il lido Oriente, utilizzato per opere di risagomatura e ripascimento della linea di costa.

La decisione è stata presa a seguito del riconoscimento della “difformità da quanto autorizzato” lo scorso 3 maggio e alle segnalazioni del “presunto danneggiamento di una duna costiera” giunte in comune già nella giornata di lunedì, sfociate poi nel blocco dei lavori il giorno successivo.

Le segnalazioni, avvalorate dal successivo sopralluogo della polizia locale e dell'ufficio tecnico, hanno portato alla luce un livellamento non autorizzato a monte dell'arenile su una superficie di 200 metri quadrati che, sempre in base all'ordinanza, dovrà essere ora ripristinato immediatamente “ed unicamente con la sabbia in precedenza rimossa e accantonata, previa pulitura della stessa e comunicazione ai competenti uffici comunali”.

La vicenda potrebbe avere anche dei risvolti penali la cui valutazione, a seguito dell'esposto dei consiglieri comunali Franco De Angelis, Sabina Mitrano ed Emiliano Scinicariello, spetterà al Compartimento marittimo di Gaeta e ai carabinieri forestale.

L'azione del vento aveva portato al timido tentativo di ripristino della morfologia, che per secoli ha caratterizzato il litorale costiero, e che la mano dell'uomo ha disintegrato nel secolo scorso.

Che i granelli dorati siano frutto di un ammassamento temporaneo o del prepotente ritorno della natura allo stato precedente, in ogni caso, secondo gli ambientalisti, sarebbe stata intaccata una superficie dove crescono i gigli marini, protetti da una legge del 1974.

Quanto accaduto sarebbe in contrasto anche quella sulle “zone speciali di conservazione”.

Lo sostiene il circolo di Legambiente “La Barba di Giove”, che, attraverso il suo presidente Beniamino Gallinaro, rileva «la necessità di una specifica autorizzazione atta a verificare che tale intervento sia in linea con le politiche di conservazione dell’area». «In questo caso – aggiunge - sicuramente si sarebbe almeno dovuto attivare, prima di qualsiasi intervento, la “Procedura di valutazione di incidenza in Screening specifico” delegata all’Ente Parco Riviera d'Ulisse».

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