San Francisco, dietrofront sull'insegnamento dell'algebra alle medie. Il matematico: «Le disuguaglianze non c’entrano, ma è meglio aspettare il liceo»

Per il divulgatore scientifico Piergiorgio Odifreddi la materia sarebbe poco adatta a chi non è ancora adolescente, motivo per cui sarebbe più utile concentrarsi sulla geometria

San Francisco, dietrofront sull'algebra alle medie. Il matematico: «Le disuguaglianze non c’entrano, ma è meglio aspettare il liceo»
di Valentina Arcovio
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Giovedì 11 Aprile 2024, 00:30 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 19:55

«Forse non era poi tanto così sbagliato rimandare l’insegnamento dell’algebra alle scuole superiori». Può sembrare sorprendente che a fare questa considerazione sia un noto matematico e divulgatore scientifico, Piergiorgio Odifreddi. «Ma se si vogliono avvicinare davvero i giovani alla matematica bisogna insegnare loro le cose giuste al momento giusto», precisa.

Non concorda con la decisione di San Francisco di ripristinare l’insegnamento dell’algebra nelle scuole medie?

«Dico solo che c’era una logica giusta nella scelta di evitare di far studiare ai bambini questa materia così presto.

E non ha nulla a che vedere con le disuguaglianze e i pregiudizi razziali. Ha più a che fare con le capacità e le abilità dei ragazzi a quella età».

In che senso?

«La prima capacità che un bambino sviluppa, intorno ai 2 anni d’età o prima, è quella musicale. Successivamente i bambini sviluppano la capacità di eseguire attività cinestetiche, cioè sviluppano l'abilità di usare e controllare il proprio corpo per alcuni compiti specifici. L’ultima capacità che sviluppano è quella logico-deduttiva, che consente di fare ragionamenti matematici. Per quella bisogna aspettare dopo la pubertà».

Quindi l’insegnamento dell’algebra dovrebbe slittare alle superiori?

«Perché no? Quella è l’età giusta. Prima sarebbe più giusto dedicarsi alla geometria che è più visiva e richiede capacità più in linea con lo sviluppo dei bambini delle scuole medie. Farlo prima è come chiedere a un neonato di 6 mesi di camminare. Durante le scuole medie l’algebra tende ad essere studiata meccanicamente, a memoria come una poesia. Per la capacità di ragionamento bisogna aspettare qualche anno di più».

In Italia però l’algebra si studia alle scuole medie. Sbagliamo?

«La verità è che la scuola italiana necessita di una riforma ampia e seria. Nelle università si studia la didattica matematica che, tra le altre cose, cerca di affrontare proprio queste problematiche. Peccato che poi quello che emerge non viene tradotto in leggi e in cambiamenti concreti».

Per avvicinare i giovani alla matematica cosa si dovrebbe fare?

«Credo che possa essere utile creare delle connessioni tra matematica e il resto della cultura, come l’arte, la letteratura, ecc. Se a un giovane venisse mostrato un tipo di matematica che non è isolata dal resto, forse la troverebbe più divertente e più utile».

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