Schillaci: «La dieta mediterranea sarà insegnata a scuola. Riduce del 10% la mortalità»

Il ministro della Salute: «Consente di vivere di più e meglio. È un investimento»

Camera dei deputati Question time , nella foto Orazio Schillaci
di Francesco Malfetano
5 Minuti di Lettura
Martedì 16 Aprile 2024, 00:28 - Ultimo aggiornamento: 08:12

«I corretti stili di vita li vogliamo insegnare a scuola, almeno un’ora a settimana, come una volta si faceva con l’educazione civica». Per il ministro della Salute Orazio Schillaci, quella di aumentare gli italiani che seguono la dieta mediterranea è una «priorità». «Aumentarne il più possibile la diffusione» spiega al Messaggero a margine di un evento a Paestum («Le parlo all’ombra del Tempio di Athena, ci sono posti peggiori...») nella prima giornata nazionale dedicata del Made in Italy, «consente di avere persone che non solo vivono più a lungo ma soprattutto che vivono in condizioni migliori».

Ministro, solo il 5% degli italiani segue la dieta mediterranea. La preoccupa?

«È un paradosso anche solo pensare che la dieta mediterranea - che io definisco “italiana” - sia lodata da tutto il mondo scientifico e poi, proprio dov'è nata e soprattutto tra le giovani generazioni, sia poco seguita.

Credo sia importante quindi impegnarci per far capire ai più giovani quali sono i corretti stili di vita e di alimentazione».

Del resto secondo i dati del Ministero ad una stretta aderenza alla dieta è associata la riduzione complessiva della mortalità di quasi il 10%.

«A livello scientifico non vi è dubbio su come la dieta mediterranea abbia un grandissimo effetto in termini di prevenzione per patologie diffuse come diabete o malattie cardiovascolari, vale a dire quelle che rappresentano in Italia la prima causa di morte. Ma aiuta anche a prevenire malattie neurologiche. Mi pare evidente che si tratti di una buona pratica da insegnare nelle scuole. Perché vede aumentarne il più possibile la diffusione consente di avere persone che non solo vivono più a lungo ma che vivano in condizioni migliori».

Oggi (ieri ndr) ha lanciato una guida con indicazioni per seguire i principi della dieta mediterranea. Ha qualche consiglio?

«La dieta mediterranea è piuttosto semplice da seguire perché non ha grandi restrizioni caloriche ma è ricca di prodotti genuini e del territorio, e per di più permette di assumere una varietà di cibi prodotti in Italia, quindi di alta qualità, favorendo la nostra filiera. Basta preferire il consumo di alimenti di origine vegetale, consumare 2 porzioni di frutta e 3 verdura al giorno, ridurre il consumo di alimenti ricchi in zuccheri semplici o bevande zuccherate, ridurre gli alimenti altamente processati o preconfezionati e consumare meno di 5 g di sale. Se si fa questo, affiancando dell'attività fisica adeguata, i risultati si vedono».

E un suggerimento facile da seguire a tavola?

«Preferire il consumo di prodotti stagionali perché più ricchi di elementi benefici, e preferire prodotti del territorio. Ne abbiamo tanti, penso in particolare all'olio extra vergine di oliva che ha qualità antiossidanti e come permette di non avere infiammazioni croniche dei tessuti che poi sono responsabili di tante patologie».

E quindi come si fa educazione alimentare?

«Si parte dai più piccoli, sin dalla prima elementare, per insegnargli quali sono gli stili di vita corretti da seguire, come le abitudini alimentari o quelle motorie. Proprio per questo abbiamo aperto un tavolo di discussione con i ministri Valditara, Lollobrigida e Abodi, per portare a scuola un'ora dedicata all'educazione sui corretti stili di vita, come lo era l'ora di educazione civica. Credo sia fondamentale perché insegna ai cittadini di domani il concetto di prevenzione. Ed è un investimento che aiuta nel progetto più ampio di cambiare il paradigma, perché oggi solo il 5% del Fondo sanitario nazionale viene destinato alla prevenzione, e per di più alcune Regioni neppure lo spendono. Bisogna cambiare, perché investire in prevenzione significa anche avere un Sistema sanitario sostenibile».

C'è una questione che ultimamente ha sollevato qualche polemica, per di più nei giorni di Vinitaly: il vino e il rapporto con la salute.

«Il vino è parte integrante della dieta mediterranea ma credo sia importante, non solo da Ministro ma anche da medico, che io sottolinei come vadano assolutamente evitati gli eccessi alcolici. Una moderata quantità di vino però, può produrre effetti benefici, a patto che lo si veda nel complesso di una dieta equilibrata e con le dovute differenze nel consumo tra donne e uomini».

La dieta è però solo un fattore di prevenzione, e va quindi affiancato, ad esempio, ad un corretto monitoraggio della salute. Sa che oggi il 40% degli italiani farebbe più controlli con liste d’attesa meno ingolfate? Come interverrete?

«Certo, sono un problema annoso per la nostra sanità ma non possiamo più permettere che quando un cittadino chiede una prestazione gli venga detto che la lista d’attesa è chiusa o che se ne riparla tra molti mesi. È illegittimo e ingiusto. E quindi lavoriamo per far sì che le liste di attesa di pubblico e privato convenzionato vengano messe insieme, perché così ci sono più possibilità per i cittadini. Poi, per rendere sostenibile il sistema, bisogna rivalutare l'appropriatezza degli esami: spesso ne vengono richiesti di inutili perché i medici sono vessati da cause di negligenza. Nel 2024 abbiamo esteso lo scudo penale, ma le anticipo che interverremo ancora. Così come interverremo in maniera strutturale per abolire il tetto di spesa per le assunzioni. Sono oltre 15 anni che c'è questo vincolo e vedrà che riusciremo a toglierlo. In questo modo le regioni potranno assumere di più e far entrare più giovani nel mondo del lavoro sanitario, impattando anche sulle liste d'attesa».

Utilizzerete di più gli specializzandi?

«Li considero una forza fondamentale del Ssn. Anzi, vogliamo che entrino prima perché una volta che cominciano a lavorare a pieno regime, si fidelizzano e più difficilmente abbandonano i ruoli che arrivano a ricoprire. Credo sia importante dargli fiducia, anche per far fronte alla carenza di medici che la gobba pensionistica ci imporrà a breve».

A proposito di carenza di medici, c'è anche il problema dei pochi medici di famiglia. Ne mancano circa 3mila...

«Interverremo presto per creare una specializzazione analoga ad altre specializzazioni. In questo modo potremo orientare i più giovani verso questa carriera, anche accedendo ad un compenso più alto durante la specializzazione».

© RIPRODUZIONE RISERVATA